1. Evento annunciato


    Data: 20/12/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... addolcito le enunciai:
    
    ‘Bene, vedremo ben presto di rimediare. Che cosa ne dici adesso di vestirti?’.
    
    ‘Sì, certamente, subito. Passami la sottoveste sul manichino’.
    
    Lei l’indossò lasciando liberi quei seni pallidi, poi in maniera sciolta s’alzò lasciando alzare l’orlo che svelò per un attimo l’intimità gonfia, pelosissima e scura dell’inguine. Attraversò in punta di piedi la camera, raccolse al passaggio dalla seggiola la vestaglia nera gettandosela sulle spalle, infine aprì l’uscio del bagno e scomparve. Io mi diressi verso la finestra per spalancarla, l’aria di fuori era ancorata e tiepida, tuttavia mi sembrò di provare un sollievo acuto, un odore di pulito che penetrava nella camera per toccare ogni oggetto smaliziato. Mi trattenni per un lunghissimo istante nel considerare quest’aspetto squadrando quel cortile incolto e maltenuto, infestato e perennemente invaso da quegli erbaggi rialzati cresciuti in eccesso, che accerchiavano le aiuole cresciute a dismisura attualmente abbandonate e trascurate. Ancora una volta un senso d’abbandono, di desolazione e d’incuria mi colpirono, poco dopo l’uscio del bagno s’aprì, lei m’apparve sulla soglia in vestaglia, giacché parandosi gli occhi con un braccio esclamò:
    
    ‘Chiudi, tappa quella finestra, come puoi sopportare questa luce così forte’.
    
    Io andai prontamente a regolare la persiana, poi m’avvicinai a zia Dina prendendola per un braccio, la feci accomodare accanto a me sul bordo del letto e le domandai ...
    ... armoniosamente:
    
    ‘Dimmi zia, quest’oggi sono abbastanza curioso. Come fai a sopportare questo disordine?’. Lei mi guardò imbarazzata e in maniera incerta replicò:
    
    ‘Non so come avviene. Dovrei ogni volta che mi servo d’un oggetto rimetterlo al suo posto, però in qualche modo non riesco mai a ricordarmene’.
    
    ‘Ogni cosa ha la sua maniera d’essere degna, dovresti avere un’adeguata cura e una custodia consona degli oggetti, così come ce l’hai verso la tua persona’.
    
    Tutto questo lo dicevo stringendole la mano, lasciandole intendere quello che voleva essere un implicito complimento alle cure che aveva verso sé stessa. Con la mano libera lei reggeva in aria una stampella dalla quale pendeva un vestito. Per un momento mi parve di scorgere in quegli enormi e luminosi occhi verdi quasi un consapevole compiacimento: le labbra, infatti, ebbero un leggero tremito, un vistoso rallegramento chiuso da un morso, per il semplice fatto che gli occhi diventarono leggermente lucidi, poi improvvisamente un’espressione irritata scacciò ogni commozione e prontamente esclamò:
    
    ‘Tutto quello che sono e che faccio non ti piacerà, lo so. Probabilmente mal sopporterai i miei modi tollerando poco persino i miei vestiti, subirai il mio disordine e adesso lasciami altrimenti non mi vestirò più’ – concluse ritirando bruscamente la mano.
    
    Io non dissi nulla, lei andò davanti agli sportelli dell’armadio, si liberò della vestaglia che lasciò cadere in terra, poi di spalle ritirò il braccio destro all’interno della ...