1. La moglie tettona del Prof


    Data: 11/12/2020, Categorie: Cuckold Etero Sesso di Gruppo Autore: Estragone, Fonte: RaccontiMilu

    Era una signora comune. Alta, matura, sorridente. La prima cosa che mi colpì furono le sue grandi tette che sporgevano e che disturbavano la mia attenzione. Io ero a quella conferenza per relazionare circa la mia tesi di laurea e così compiacere il mio relatore. Avevo 25 anni e lei almeno 50 e il mio cazzo mi ricordò immediatamente quanto adorasse le milf. Della conferenza mi disinteressai subito e assecondai, invece, la mia erezione, massaggiandomi il cazzo senza dare troppo nell’occhio. Poi toccò a me prendere la parola e per tutto il mio intervento la squadra dalla testa ai piedi. Che coscione da porca aveva e lo spacco della sua gonna le lasciava tutte fuori. Quando tornai a casa le dedicai un gran segone, sognando di schizzare di sborra quelle tettone. Poi, dopo l’orgasmo andai su Facebook e notai una nuova richiesta d’amicizia. Mi venne un colpo. Era lei.
    
    Accettai subito e dopo poco mi arrivò un messaggio: “Salve, sono la moglie del suo professore. Oggi ho assistito alla sua relazione e l’ho trovata molto interessante. Mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con lei. Ha impegni domani pomeriggio?” Ovviamente le dissi che ero libero e il giorno dopo ero a casa sua. La maialona mi accolse nel salotto dicendomi che il prof non c’era e che sarebbe tornato in serata, poi accavallò le sue splendide cosce e mi disse: “Ieri ho apprezzato in te un’altra cosa oltre la relazione”. Io ero intimidito già solo dal suo sguardo e lei: “Ho apprezzato il tuo cazzo duro sotto i ...
    ... pantaloni. Che bel pacco. Avrei voluto tirartelo fuori davanti a tutti. Lo sai che gli allievi di mio marito me li scopo tutti? Ho assaggiato la sborra di almeno duecento studentelli infoiati come te”. Ero pietrificato. Hai capito la moglie del prof? “Dai, non perdiamo tempo” mi disse “tira fuori l’uccello”. Nel frattempo lei tirò fuori due tettone fuori dall’ordinario con due capezzoloni grossi e scuri: “Ti piacciono, porcello? Sbatti il cazzo qui” Io tirai fuori il cazzo già bagnato dalle mutande e cominciai a strusciarlo su tutta quella carne. Poi la signora cominciò a segare e succhiare, su e giù, dalle palle alla cappella, insalivandolo e infilandolo in bocca per almeno un quarto d’ora. “Sei resistente. Mi piace”. Si spogliò tutta. Aveva la figa pelosa e in mezzo al pelo una enorme caverna con due grosse labbra. Io m’inginocchiai e cominciai a leccare. “Sì, lecca, che bravo bambino che sei. Lecca bene la figona della tua signora”. La figa era un lago di umori e lei si dimenava tutta, agitando quelle tette giganti. Poi si staccò e si mise il cazzo dentro a smorzacandela. “Fammi galoppare, ragazzino. Sono proprio una gran troia”. E cominciò a salire e scendere dal cazzo ad una velocità folle. “Sì, brutta troia. Fotti, Fotti che mi piace”. Lei era scatenata e io le agguantai le chiappe per fotterla meglio. “Sì, come te la scopi bene la moglie del prof. Sì, che gran cornuto che &egrave mio marito”. Io mi sentivo crescere la voglia e dovevo trattenermi per non inondarla di sborra. ...
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