1. una storia senza sesso - 1


    Data: 07/12/2020, Categorie: Prime Esperienze Tabù Trans Autore: evablu, Fonte: xHamster

    Se fossi stato maschietto, avrei potuto dire che non mi innamorai della classica belloccia della scuola, non mi infatuai della biondina da manuale, occhi azzurri e sguardo perso nel vuoto, né della tettona che aveva fama di facile e magari ci stava sul serio.
    
    Se fossi stato femminuccia, avrei potuto aggiungere che non mi innamorai neppure del bonazzo da marciapiede, di quello che aveva fama di avercelo lungo lungo o dell'intellettuale fighetto.
    
    Mi feci rapire piuttosto da un paio di ciglia lunghe e arcuate, tanto lunghe da sembrare finte, dai capelli fulvi e da uno sguardo intenso, da modi gioiosi e tratti gentili, da un sorriso allegro e continuo, in cui magari ti potevi pure perdere, anche perché, a me, ne dedicava tantissimi, di sorrisi.
    
    - Mi piace - cominciai a scrivere un giorno nel mio diario segreto, talmente segreto che ogni volta che lo conservavo usavo talmente tanti sotterfugi da riuscire a nasconderlo pure alla mia coscienza e ai cassetti più remoti e reconditi della mia memoria, chiudendolo con la chiave con cui temevo al sicuro i miei pregiudizi, le mie paure, i miei infiniti "sì, però...".
    
    - Mi piace molto - aggiunsi qualche giorno dopo.
    
    - Avevo preso una cotta tremenda - scrissi in preda a mille rimorsi qualche anno dopo.
    
    In realtà era vero, verissimo: mi piaceva sul serio, mi piaceva da morire. Di dirglielo, non me lo sognavo proprio, e nemmeno di farglielo capire: mi vergognavo terribilmente. Però era un bel sentimento, limpido, sereno, ...
    ... giulivo, partecipato da entrambi. Quando stavamo insieme ci divertivamo, anche se io avevo sempre un pregiudizio insensato, che mi toglieva la lucidità, nei nostri rapporti, e mi impediva di esprimermi, certe volte: bastava poi che ci sedessimo accanto, che parlassimo, che mi parlasse, per farmi andare letteralmente in bambola.
    
    Manifestarmi? Parlare chiaro?
    
    - E se ci resta male? E se non mi ricambia? E se mi manda a quel paese?
    
    Così mi consumavo pian pianino ed era una tristezza pesante, corrosiva dell'anima.
    
    Poi accadde. Un pomeriggio, repentinamente, senza preavviso.
    
    Bussarono alla porta. In casa non c'era nessuno: stavamo da soli, io, mamma e la Giulia, mia sorella. Ma loro erano uscite.
    
    Non ricevevamo molte visite, andai a vedere chi fosse con una certa ansia. Guardai dallo spioncino e il cuore mi balzò in gola, ebbi la sensazione che volesse schizzarmi fuori dal petto.
    
    Aprii con circospezione, per non manifestare l'emozione che stavo provando.
    
    - Passavo da qui per caso - disse allargando un sorriso meraviglioso -. Posso?
    
    Sul divanetto, nella mia stanza, si sedette in maniera sgraziata, arrotolando una gamba sul bracciolo e stendendosi come a voler stiracchiarsi.
    
    - E' bello, qui - disse guardandomi dal basso verso l'alto, gli occhi rovesciati per cercarmi con lo sguardo - mi piacerebbe viverci. Con te.
    
    Sobbalzai. Di nuovo la sgradevole sensazione del cuore che vuole andarsene per i fatti suoi, piantandomi in asso, sul più bello. Eppure mi ...
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