1. Quando scopammo in quel camerino...


    Data: 28/09/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: triomedusa, Fonte: Annunci69

    Quando sono entrato, la donna aveva ancora la bocca piena di sperma. Nulla di strano, forse, se non fosse che ero appena entrato in un camerino. Dovevo comprare dei pantaloni, niente di impegnativo, in uno store economico in un grande centro commerciale; volevo misurarli.
    
    All’ora di pranzo non c’è molta gente, mi sbrigo in fretta, mi dico.
    
    Entro tenendo i pantaloni in una mano, sposto la porta leggera e quasi non mi rendo conto che davanti a me ci sono una donna in ginocchio davanti a un uomo con il cazzo ancora duro davanti alla sua bocca. Lei fa per girarsi e non mostra nessun imbarazzo. Dico: “Scusatemi”. Faccio un passo indietro ma lei risponde: “Scusate un cazzo, adesso ci sei, entra”. L’uomo sorride, mi tende la mano e si presenta: “Manuel”. “Luca” gli dico, “piacere”.
    
    E’ cominciata così la nostra amicizia.
    
    Quanto spazio può esserci in un angusto camerino! L’ho scoperto quel giorno. La donna, non bellissima ma maledettamente sexy e porca, mi ha aperto la lampo dei pantaloni e ha cominciato a spompinarmi. Manuel si è seduto con la schiena appoggiata a un angolo de camerino, senza jeans né mutande, col cazzo di nuovo duro e ha fatto sedere sopra di lui la donna.
    
    Ho saputo che si chiamava Greta perché a un certo punto le ha detto: “Greta, quanto sei puttana?”. Lei ha mollato per un istante il mio cazzo per rispondere: “Da morire, stronzo!”.
    
    E si muoveva, su è giù. E mi spompinava, senza fermarsi, senza un attimo di tregua. Non so come dall’esterno ...
    ... nessuno si accorgesse di nulla. Forse la musica a tutto volume nello store copriva i gemiti sussurrati di Greta e quelli miei e di Manuel.
    
    Le ho preso la testa tra le mani per farle seguire il ritmo del mio desiderio, non ha opposto resistenza. Si muove e succhia, sento la sua lingua morbida avvolgermi il cazzo e vorrei farglielo arrivare in gola anche se forse potrebbe ingoiarmi anche le palle senza difficoltà. E’ magica! Fantastica! Con una mano mi lavora l’uccello e con l’altra si tiene sulle gambe di Manuel per muoversi senza cadere. Si muove con grazia ma con irruenza. Cazzo, quanto deve essere forte starle dentro come sta facendo lui adesso!
    
    “Troia non ti fermare!”, le dice Manuel. E lei spinge di più. E più veloce. Ho quasi paura che possa farmi male con i denti, staccarmelo perché sembra una furia. Sta godendo. Non può dirlo perché le ho tappato la bocca ma sta godendo, si vede, strabuzza gli occhi come se stesse soffocando. La voce di Manuel si fa rauca: “Si! Cazzo, vengo, puttana!”. Le viene dentro. Sudo, non mi mantengo, sento il mio sperma risalire, ne avverto la forza, non dico nulla ma tengo la sua testa ben salda e quando le sborro in bocca non può far altro che ingoiare. “Non sporcarmi”, glielo dico come se fosse un ordine. Le piace, perché subito dopo aver ingoiato tutto, mi lancia un’occhiata, dice: “Non preoccuparti, pezzo di merda” e comincia a leccarlo, pulendomi l’asta e poi la cappella.
    
    “Basta”, dice Manuel, “Fammi alzare, togliti dalle palle”.
    
    Il ...
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