1. La pedalata (2)


    Data: 21/11/2020, Categorie: Etero Autore: uni93, Fonte: EroticiRacconti

    ... figa esce un gran bel fiotto che mi travolge. Geme come una cagna, si lascia andare, scivola sul mio corpo, siamo completamente sudati e bagnati dei suoi umori. Guardo l’orologio sul tavolo, sono le 10 del mattino, non è tardi, ma le dico che è meglio che me ne vada prima che arrivi la zia.
    
    Lei non vuole, ma non ci sono alternative, e poi bisogna far sparire tracce compromettenti della scopata. Odore di sborra, preservativi, le lenzuola da lavare e cambiare. Non c’è tempo. Ci alziamo, sistemiamo tutto restando nudi, mi fa impazzire guardarle il culo quando si china verso terra, usciamo dalla camera, scendiamo, l’aiuto a portare e mettere le lenzuola in lavatrice, risaliamo le scale nudi, ci incrociamo e tocchiamo, lei mi prende in mano il cazzo, io scendo, mi fermo, mi volto e la guardo salire, la raggiungo e metto la testa sotto il suo culo. La sorprendo, lei mi dice “cazzo scopiamo ancora”, le lecco il buco e la figa ma le dico che non c’è tempo. Vado in camera a rivestirmi, è lì con me, si eccita a guardarmi indossare la tuta, mi chiede dove vado. Le dico il paese, lei mi dice che da lì ci passa per andare dal suo tipo. Mi fa una proposta. “Vediamoci a metà strada nel pomeriggio”. Deve sbrigare delle cose con la zia, sa che la mattina l’avrebbe passata a studiare e non certo a scopare con me, per cui avrebbe un momento libero sul tardi per andare dal fidanzato.
    
    Ci sto, mi dice il posto. Non ho capito bene, è una località imboscata, visto che entrambi non pensiamo ...
    ... certo a berci una birra insieme nella piazza del paese. Mi faccio due conti: il ragazzo abita a trenta chilometri di distanza, il posto è una decina di chilometri prima, ho venti chilometri in sella. Un paio d’ore tranquille, fermandomi anche più volte. Niente roba di fretta, anche perché la giornata deve essere veramente calda, forse più di ieri. Lei mi supplica, ci sto, mi salta in braccio e mi bacia. Mi spiega la località, mi parla di un maneggio, pochi metri dopo sulla sinistra una cappelletta diroccata, subito dietro una strada sterrata che entra in un campo di ulivi, devo seguire un’indicazione fino a una torretta di avvistamento abbandonata. È campagna aperta, niente colline, il blu del mare sullo sfondo, zona isolata, nessuno in giro, mi assicura che la porta del piccolo edificio è sfondata, si spinge e si entra. “Conosci bene il posto, ci sei già stata?” le chiedo, lei mi dice che ci era andata una volta a trombare col tipo, ma senza grande successo e voleva dimenticare quella scopata con un’altra ben più spinta. “Spinta fino a quanto?” le faccio, lei risponde “visto che continui a mettermi le dita in culo, potresti infilarci anche altro”. Le dico che non ho più preservativi e devo comprarli, lei mi dice di lasciare stare, “ne ho in giro tre presi col mio tipo, ce li facciamo fuori noi due, tanto oggi vado da lui e lo mollo”.
    
    Abbiamo sistemato la camera, aperte le finestre, lei è rivestita, mi accompagna a prendere la bici e ci salutiamo con una bella slinguazzata. ...
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