1. Imparando si cresce 3


    Data: 28/10/2020, Categorie: Scambio di Coppia Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Erano passati un po’ di mesi, dall’avventura estiva nel camping. Le cose non avevano avuto grandi sviluppi: l’avventura di Alberto con la straniera era durata solo una notte; il giorno dopo lei bazzicava un tipo molto palestrato e suo marito un altro ragazzo solitario.
    
    Luciana si trovò a dover tornare nel clima familiare e non avemmo quasi più occasione di incontrarci, tranne che per i saluti inevitabili come vicini di piazzola; dopo un paio di giorni la tenda all’improvviso sparì; sul tavolo esterno del bungalow, un post it con un numero di cellulare: non ebbi bisogno di capire.
    
    Quando tornammo in città, a fine agosto, provai a chiamare; mi rispose Luciana, che evidentemente non era in condizione di parlare e mi respinse ‘per aver sbagliato numero’.
    
    Senza volerlo, la situazione di semiclandestinità, in cui la frase mi poneva, mi eccitò molto mentalmente; mi ripromisi di riprovarci.
    
    In sostanza, ci incontrammo solo per un caffè; e mi spiegò che attraversava un brutto momento perché il matrimonio era in crisi dichiarata e lei non si decideva a chiedere il divorzio, perché sapeva che lui non aveva né arte né parte (vivevano della sua boutique) e lasciarlo in mezzo a una strada le avrebbe pesato.
    
    Io le ribadii che, nonostante la palese difficoltà a gestirmi il rapporto con Ornella, ero ancora troppo innamorato per decidermi a rompere.
    
    Conclusione, non pensammo neanche per un attimo di fare l’amore, perché sapevamo che toccarci avrebbe significato non ...
    ... riuscire più a staccarci.
    
    Tornammo ciascuno alla propria quotidianità (che forse sarebbe stato più corretto chiamare noia, banalità, insoddisfazione) e sperammo di non dover affrontare altre volte una situazione così affascinante e così delicata: in abiti ‘da lavoro’, Luciana mi appariva ancora più elegante, più desiderabile e più bella che tutta nuda.
    
    La mia quotidianità (noia, banalità, insoddisfazione) si chiamava sempre e solo Ornella ed era impossibile farla ragionare secondo canoni comuni: le verità che si inventava (e che tentava di dimostrare a modo suo) erano disarmanti e spesso pericolose.
    
    L’ultima era stata la convinzione di essere una mecenate di poeti coi quali aveva creato una sorta di cenacolo; si vedevano in biblioteca il cui Direttore era un mio caro amico, per di più al corrente anche di alcune ‘avventure poetiche’ che insieme avevamo tentato da ragazzi e di cui ancora ridevamo; quando ne parlò ad Ornella, per settimane dovetti difendermi da lei che mi sollecitava a sostenere il gruppo che lei aveva costruito.
    
    Da quel giorno, evitai qualunque accenno alla poesia, perché io cercavo di osservare garbatamente che certa editoria era chiaramente in crisi definitiva, mentre lei, come sempre, non mi sentiva neppure e continuò a coltivare la ‘sua’ verità sulle potenzialità di una iniziativa in grande.
    
    Una sera, tornando a casa, trovai il vuoto e la chiamai ad alta voce.
    
    Sospettai per un attimo che fosse in condizioni particolari e che per questo non mi ...
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