1. Francesca – Il gioco della seduzione


    Data: 25/10/2020, Categorie: Autoerotismo Etero Sensazioni Autore: Alex88, Fonte: RaccontiMilu

    ... si truccava più per dare un tono serio a quella sua faccetta da ragazzina acqua e sapone, a cui era difficile credere si accompagnasse la fervida mente di una scienziata ma, col tempo, anche quel semplice gesto quotidiano aveva cominciato col perdere senso per lei. Era più un’abitudine. Impiegò quasi un’ora abbondante per finire, di cui venti minuti buoni solo per tracciare una linea d’eyeliner accettabile, che non la facesse assomigliare ad un quadro di Picasso, ma alla fine, dopo aver indossato una camicetta di seta bianca che nascondesse le forme del suo reggiseno a balconcino e un paio di pantaloni color caff&egrave, poté inforcare le decolté di pelle beige, dal tacco basso, che sono ancora comode anche dopo otto ore dietro un bancone; e di gran lunga preferibili a quelle antiestetiche ciabatte bianche da infermiera, molto di moda tra i suoi colleghi.
    
    Era già pronta ad uscire di casa quando qualcuno la fece trasalire bussando al vetro della porta-finestra della camera da letto; cosa non così eccezionale se il suo appartamento si trovasse al nono di un edificio di dodici piani. Il sorriso sornione dell’operaio fece capolino da dietro il vetro, mentre continuava a muovere la mano in segno di saluto. Cazzo! Si era proprio dimenticata che quel giorno sarebbero cominciati i lavori di rifacimento della facciata di quel vecchio rudere che chiamava casa. Chissà da quanto tempo era lì’ Imbarazzata come non mai ricambiò il saluto dell’uomo e fulminea sgusciò via di casa per ...
    ... recarsi a lavoro, con un po’ di fortuna l’autobus che prendeva quotidianamente per andare a lavoro non era del tutto perduto.
    
    Durante il viaggio in autobus, che Francesca era riuscita a prendere al volo, non fece altro che ripensare a quanto fosse appena accaduto e, più lo faceva, più si sentiva avvampare dalla vergogna. E se’ Il fuoco lambì le sue gote come tizzoni ardenti. Essendo il suo appartamento al nono piano e il suo il più alto tra i palazzi del quartiere, che a stento raggiungevano il quinto piano, Francesca non si era mai preoccupata di procurarsi delle tende per le finestre, preferendo di gran lunga godersi, senza interferenza alcuna, anche il più flebile raggio di luce che permeava nel suo appartamento; ma quel giorno, e se ne rendeva conto sempre più, a penetrare nel suo appartamento non erano stati solo i timidi raggi solari, ma anche gli sguardi indiscreti degli addetti ai lavori di montaggio dell’impalcatura. Al sol pensiero un fremito le percosse tutta la schiena, turbandola dal di dentro, mentre si sentiva sprofondare sempre più dalla vergogna. Quel giorno, per la prima volta, qualcuno aveva violato la sua intimità, guardandola mentre, se non completamente nuda, con le tette al vento continuava a prepararsi per andare a lavoro, e lei nel rendersene conto ne restò turbata; piacevolmente turbata. Solo allora si rese conto che quel suo mesto e anonimo slip bianco si era completamente inzuppato dei suoi umori, e se ne chiese il motivo ma, forse, lo conosceva ...