1. Le mutande dimenticate


    Data: 28/09/2017, Categorie: Feticismo Gay / Bisex Masturbazione Autore: Sockslover92, Fonte: xHamster

    Luglio, un caldo tremendo. La palestra verso le due del pomeriggio è pressoché deserta, il momento migliore per allenarsi indisturbati. Terminati tutti gli esercizi, mi dedico ancora alla corsa per una decina di minuti senza guardare chi arriva o chi se ne va. Mi dirigo verso lo spogliatoio, è completamente vuoto, c’è solamente il mio borsone a riempirlo. Finalmente penso che posso fare la doccia con calma e posso svestirmi e sistemarmi senza l’affanno di lasciare il posto a qualcuno. Mi svesto, prendo l’accappatoio, metto le ciabatte e mi reco nella stanza a fianco dove ci sono le docce. Con mia grande sorpresa noto che è tutto vuoto, come doveva essere, tranne per il fatto che qualcuno ha dimenticato un paio di mutande appese all’attaccapanni. Con nonchalance appendo il mio accappatoio a fianco e mi metto finalmente sotto la doccia per sciacquare via tutto il sudore che avevo addosso. Mi lavo con un pensiero fisso: non devo toccare quelle mutande. Terminata la doccia mi dirigo a prendere il mio accappatoio ed all’ultimo decido di avvicinare solo un pochino il naso a quelle mutande appese. Il profumo che emanano è inebriante, sanno di virilità. Continuo ad annusare quell’odore di sudore misto ad ormoni ed a poco a poco il cazzo si irrigidisce. Mi stacco immediatamente, devo mantenere una certa dignità, a maggior ragione in palestra dove molti mi conosco, perciò indosso l’accappatoio e torno nello spogliatoio. Vuoto. Continuo ad esserci solo io. Non ho tempo di tirare fuori ...
    ... le mutande pulite dal borsone che realizzo che un’occasione simile non mi sarebbe mai più capitata nella vita e quindi torno dalle mutande a darci un’ulteriore annusata. La situazione è così eccitante, l’odore così intenso che inizio a segarmi col naso affondato in quell’indumento usato.
    
    «Quando hai terminato e vuoi ridarmele per me non ci sono problemi». La voce proviene dalle mie spalle. Non ho il coraggio di girarmi, ho il cuore che batte a mille, sento avvampare la faccia. Sono stato beccato. Mi giro, completamente nudo e col cazzo in tiro. Mi sento imbarazzatissimo come non sono mai stato in tutta la mia vita.
    
    «Le chiedo scusa» provo a balbettare mentre allungo il braccio per consegnargli il mio bottino «giuro, non so che cosa mi sia preso, le chiedo davvero scusa»
    
    «Tranquillo, tienile tu». Stupito, oso alzare lo sguardo e lo vedo. È un ragazzo, all’incirca sui quarant’anni, capello corto e brizzolato come la sua barba, la maglietta attillata scolpisce un fisico ben tenuto. Per un attimo il mio sguardo si illumina e lui se ne accorge subito.
    
    «Come ti dicevo» inizia a dirmi con un sorriso beffardo «puoi tenerle tu, ma ovviamente devi pagarmele». Così dicendo inizia ad abbassare la cerniera dei pantaloni e tira fuori un uccello bello grosso e già bello duro.
    
    Io non so come comportarmi, ma alla fine la parte più a****lesca dentro di me decide di farmi inginocchiare davanti a lui e ringraziarlo per il suo dono. Inizio ad annusarglielo, purtroppo non odora di ...
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