1. Tartassante sfumatura


    Data: 16/10/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... concreta e spettacolare là di fronte a lei. Lo spirito celeste confuse quegli accarezzamenti animosi e insolenti per occorrenza di consolazione e declinò di sganciarsi dall’aggrovigliamento delle sue braccia. Lui le sorrise squadrandola per bene, avrebbe dovuto rendersi conto che la sua cute stava gradualmente dissipando le venature degli asteroidi, per macchiarsi maggiormente d’un antropico colorito, principalmente nella superficie delle gote, perché fu Sonia che per prima si staccò, attendendo che la sua corporatura riapparisse per un istante in maniera paradisiaca.
    
    “Senti un po’, tu sei davvero convinta e persuasa, che queste condotte incuriosiscano e commuovano l’altissima e ultraterrena bellezza?” – gli domandò con una falsificata costernazione.
    
    La creatura celeste al presente osservava, scrutava le ammalianti e le illudenti bellezze che si paravano là avanti, repentinamente mostrati dalla corrotta e viziosa femmina:
    
    “Forse ti deluderò Sonia, però da parte mia è un no, perché manifestazioni e atteggiamenti talmente abietti e ignobili di questa bellezza, sono solamente ammirate nel precario e gradite soltanto nel mondo temporaneo. Presso di noi, là in alto, è invece fondamentale e occorrente ben di più, per essere voluti e ambiti” – riferì l’angelo immediatamente, nell’impegno di conservarsi leale, giusto, retto e determinato.
    
    “Mi scusi rispettoso e zelante messaggero, perché in quel caso non mi elargisci un’altra possibilità sulla terra? In questo modo, ...
    ... invero, che l’attaccamento e la passione terrena possa beneficiare della rivelazione per quanto volgare e triviale, della mia innata attrattiva?”.
    
    “Sonia, tu vorresti farmi supporre e reputare, che giammai un uomo ha sfiorato quello che mi stai esibendo e spiattellando senza costumatezza, decenza né riguardo davanti a me? Ti accontenterai dell’appagamento che hai posseduto, giacché dovrai dolerti e ravvederti all’istante, se vorrai salire al di là del cielo”.
    
    “Contaci mio benevolo messaggero di luce, prendilo in considerazione, te lo assicuro e te lo prometto che nessuno lo ha mai palpeggiato. Neppure uno è mai ancora entrato, perché non voglio scomparire né schiattare senza averci provato”.
    
    Il messaggero divino si ricoprì il viso con una mano, a questo punto diventata esorbitante di sembianze antropiche e mascoline, per non ancorare lo sguardo su quella licenziosa, immorale e peccaminosa osservazione.
    
    “Tutto ciò che vedi è candido e illibato mio premuroso annunciatore, analizzalo anche tu se non sei convinto della mia autenticità e della mia indiscussa integrità, in tal modo non perirò senza averne gioito e beneficiato una volta se non altro”.
    
    “Io sono giunto qua da te in funzione di custode e di liberatore, non ti disonorerò, perché non sono un defloratore”.
    
    In realtà era smodatamente tardi, perché se ne accorse in modo tangibile, quando tentò di cambiare aspetto in limpido principio immateriale, cercando di dissolversi così com’era arrivato. In verità, si era ...
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