1. La troia nascosta


    Data: 11/10/2020, Categorie: Tradimenti Autore: risoamaro, Fonte: EroticiRacconti

    Mi chiamo Massimo, ho sessanta anni sono vedovo da venti, e vivo nelle vicinanze della casa di mia figlia che ha una bambina che adesso è cresciuta, ma io per tanti anni la portavo a scuola, e a fare attività sportive. Fisicamente sono alto e ho un corpo curato e anche se non palestrato ho un aspetto decisamente bello e giovanile. Ci va poi aggiunto che ho i capelli ricci e totalmente bianchi, gli occhi, regalo della nonna materna sono di un azzurro che incanta chi li guarda. Amo molto la mia libertà ho contatti e avventure in diverse città italiane dove mi recavo per svolgere il mio lavoro. Un pomeriggio ero alla città mercato e ero appena uscito da un negozio che vende un particolare tipo di bracciale che volevo regalare alla mia nipote per i suoi quindici anni, e mentre camminavo giro l’angolo di una colonna e splafftt!!! una signora un po distratta da quello che succedeva dentro una vetrina dove un bel ragazzo stava esponendo degli abiti e quindi non guardava verso di me mi spiattella il suo cono gelato sul petto.
    
    “Oddio!!Mi scusi sono mortificata!”
    
    Dopo un attimo di smarrimento la guardo e vedo anche lui il marito che ripresosi dallo stupore mi guarda con occhi attenti quasi a valutare la persona che ha davanti. Per un attimo la guardo, è una bella donna, con le curve arrotondate ma non grassa, un seno fasciato da un reggiseno che si intravede sotto una camicetta bianca e ha una gonna che le arriva al ginocchio. Nell’insieme è una di quelle donne che quando ...
    ... passano non ti fanno rizzare subito il cazzo, ma se la guardi bene scopri che dietro l’apparente semplicità si nasconde una femmina vera e sensuale. Con un dito assaggio il gelato e sorrido ironico e un po’ divertito.
    
    “..uhuummm..cioccolato e vaniglia! Abbiamo gli stessi gusti.”
    
    Lei si riprende e sempre più mortificata cerca il modo di scusarsi.
    
    “Mi scusi, sono mortificata, mi dispiace di averle sporcato la camicia.”
    
    La guardo, mentre lui cerca il modo per inserirsi nel discorso, ma sembra che lasci lei a districarsi in questo frangente.
    
    “Non si preoccupi, a casa ne ho altre e quindi mi basta rientrare e sostituirla.”
    
    Quando pronuncio queste parole lui entra nel discorso.
    
    “Da quello che ha detto lei non è di queste parti.”
    
    Lo guardo cercando di capire dove vuole arrivare e lo assecondo specificando che sono di passaggio in questa zona, abito in un paese vicino. Lei lo guarda senza capire, mentre a lui prendono a brillare gli occhi come se avesse finalmente trovato quello che cercava.
    
    “Potrebbe venire a cena a casa nostra e mia moglie le potrebbe lavare la camicia così la risarciremo del danno, ovvio dopo che sarà andato a casa a cambiarsi.”
    
    Lei mi guarda con occhi imploranti, mentre lui sembra non respirare in attesa della mia risposta. Accetto incuriosito da come la cosa si stà evolvendo. Per anni ho fatto un lavoro che mi poneva a contatto con il pubblico e col tempo impari a capire quando hai davanti uno che cerca qualche cosa, e che se la trova te ...
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