1. MADDALENA


    Data: 11/10/2020, Categorie: Etero Lesbo Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... andandomene. Tornando a casa in auto riflettevo su ciò che avevo visto. Ecco perché Maddalena non ‘rispondeva’, scemo io a non aver capito che aveva altri gusti. La cosa un po’ mi deprimeva e nello stesso tempo mi eccitava. Pur sapendo che non avevo oramai la benché minima speranza, continuai le mie attenzioni verso di lei, questa volta però condendole con un pizzico di distacco, come fossero galanterie fini a se stesse, non interessate (che ipocrita ero), ”semplice buona educazione. La stessa cosa presi a fare, quando ne avevo l’occasione, con Silvia. Ottenni che entrambe mi guardassero con fare interrogativo, come se qualcosa sfuggisse loro. Piccola soddisfazione in verità, ma mi divertiva farlo e contemporaneamente ‘spiarle’ per sorprenderle ancora. Il che avvenne poco dopo, impegnate in qualcosa di più di un bacio.
    
    In direzione c’&egrave uno stanzino dove teniamo il materiale d’ufficio e la fotocopiatrice. Proprio lì le vidi entrare, guardinghe,
    
    Senza far rumore mi avvicinai alla porta e udii dei gemiti fievoli che lasciavano pochi dubbi su cosa stessero facendo all’interno. Provai a sbirciare dal buco della serratura ma la chiave impediva la visuale.
    
    Tornai in ufficio con l’uccello duro immaginandole insieme e cercando di inventare qualcosa per poterle vedere. Sempre spiandole capii che quello stanzino era il loro luogo segreto: quando tutti o quasi eravamo andati via loro si fermavano e si barricavano lì dentro.
    
    Riuscii a fare in modo che la porta non ...
    ... chiudesse bene e attesi il momento. Ero più che altro deciso metterle in imbarazzo, a far loro sapere che ‘io sapevo’, lasciando al fato l’evolversi degli eventi, così l’ennesima volta che le vidi sparire mi avvicinai di soppiatto alla porta dello stanzino, udii i mugolii inequivocabili e, fattomi coraggio, aprii la porta con in mano un foglio come se dovessi fare una fotocopia.
    
    La maniglia resistette un attimo, poi applicando più forza si aprì e io entrai.
    
    L’immagine di ciò che vidi mi &egrave impressa a fuoco nel cervello ancora oggi: Silvia seduta su un tavolo, gambe aperte, gonna sollevata, la camicetta slacciata e aperta. A terra, in ginocchio, Maddalena con la testa vicinissima all’inguine dell’amica, a torso nudo, il seno pieno perfettamente visibile di lato. Entrambi i visi, avendo sentito il rumore, volti verso la porta e quindi verso di me.
    
    Maddalena scattò in piedi coprendosi il seno con le braccia, Silvia cercò di coprirsi con gli abiti ancora addosso arrossendo vistosamente. Io mi guardai indietro, nel corridoio, poi chiusi la porta e feci un passo verso di loro.
    
    – Non credo che questo sia il posto giusto per certe cose. Sono entrato io ma poteva entrare chiunque ‘ (faccia da tolla da premio oscar, apparivo ‘sinceramente’ preoccupato che qualcuno oltre me le potesse scoprire).
    
    – Oddio Alessandro, &egrave imbarazzante”’..io’ noi”.. ti prego, non dirlo a nessuno ‘
    
    Silvia, in piedi, le braccia a circondarsi il corpo, tremava di paura.
    
    Maddalena invece ...
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