1. Silenzio abissale


    Data: 27/09/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Attualmente mi trovo giacente su questo talamo, mentre sto fissando metodicamente l’arcata della camera con le mani attorcigliate dietro la testa. Dalla persiana sganciata giunge frattanto il sottile stropiccio del fogliame sollevato dalla modesta frescura della notte, per il fatto che sono soltanto dei lievi calpestii, tenui e leggeri soffi d’aria. Il clima non &egrave infatti fresco né pimpante come dovrebbe essere, in quanto &egrave già estate, poiché fa un caldo eccezionale sia di giorno quanto di notte, dato che la brezza che perviene dall’esterno non &egrave in grado di rendere abbastanza gradevole l’ambiente, per questo motivo mi sento abbondantemente infiacchita e svigorita dalla presenza di questa spropositata umidità.
    
    In realtà sono distesa sul letto matrimoniale da poco più di un’ora, ho indosso unicamente un minuscolo tanga che mi fa da ridotta transenna dalla totale nudità. Nel mentre considero quei riflessi creati dalla luce sulla volta della stanza, dal momento che quei luccichi lividi e biancastri che emana il satellite della terra, giocherellano con i pinnacoli delle piante all’infuori della persiana. Al momento aspetto, perché le ore notturne dell’estate possiedono senz’eccezione una fragranza originale e unica, corposa e al tempo stesso rafforzante e rinvigorente, perché hanno una saporosità euforizzante, prolifica e stimolante.
    
    Al presente non riesco ad addormentarmi, eppure il mio intelletto sogna svagandosi e compiendo dei castelli in aria, ...
    ... perciò rivolgo lo sguardo verso le mie tette e m’illudo. Il clima dell’oscurità non mi giunge esplicitamente, in quel frangente avverto una piccola quantità di sudore che inizia a scivolare a rilento segnando il lato del busto, disperdendosi in conclusione sul lenzuolo sotto di me. Allora rimugino, penso credendo d’averla solamente ipotizzata, sbarro gli occhi e percepisco sulla mia cute la traccia lasciata da essa. Il dito continua a disegnare linee e cerchi sulla mia epidermide eccitata, quel tocco &egrave leggero, delicato, a volte mi sfiora diffondendomi un’infossata pace e parecchia aspettativa.
    
    Quel dito presto si converte in una mano bruciante e rincuorante, i palmi d’un uomo interessato, adesso non sono più distesa sul letto matrimoniale, ma in ginocchio con le gambe rannicchiate sotto il corpo, perché lui &egrave dietro di me. Attualmente le mani sono due, m’accarezzano, rincorrono educatamente le linee del mio corpo, garbatamente le mie curve, galantemente la base dei seni, affabilmente la vita e i fianchi, per poi risalire dirigendosi nel fulcro del busto rasentando stentatamente i capezzoli ribelli, marcando il mio collo fremente tratteggiandolo soltanto con la punta delle dita. Le mani mi sfiorano la faccia e la chioma, ricompaiono sul collo fermandosi in conclusione sulle mie tette, non con occupazione né con predominio, bensì con una soave galanteria, esaltazione e plauso per le forme femminili. Io non mi sono sentita appagata in vita mia come adesso, perché mi ...
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