1. IN UNA PIZZERIA


    Data: 26/09/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: spumadoro71, Fonte: RaccontiMilu

    Era stato fino a quel momento un normale pranzo di lavoro, qualche chiacchiera con il cliente, un pò di affari, le solite banalità sulla nostra deprimente situazione politica e così via dicendo, fino a che, nel tavolo di fianco al nostro si siede una ragazza, bella, mora, con un fisico perfetto e uno sguardo da lasciarti senza fiato. Indossava un vestito nero, un tubino, stretto ed elegante, che metteva in eveidenza la sua figura, un paio di sandali neri molto sensuali con un tacco sottile ma non troppo, che la rendevano ancora più sensuale. Tutto ad un tratto non potei più fare a meno di fissarla, ero imbambolato, rapito. La persona che era con me non si accorse di nulla, intento com’era a parlare della sue cose, e così nemmeno la persona che la accompagnava, che mi dava le spalle. Inizialmente lei non mi degnò di uno sguardo, ma dopo qualche minuto si accorse che non le toglievo gli occhi di dosso e cominciò ad osservarmi distrattamente anche lei. Non capivo più nulla, nei miei occhi avevo solo lei, nella mia mente solo i suoi occhi magnetici. Dopo 10 minuti buoni che la fissavo provai a sorriderle, girò lo sguardo dall’altra parte. Le sorrisi di nuovo e in tutta risposta lei mi mostrò il dito medio, senza che il suo accompagnatore si accorgesse di nulla. Diventai rosso, il suo gesto mi disorientò, provai un forte senso di vergogna e d’imbarazzo. Girai lo sguardo e lo abbassai. Dopo qualche minuto ebbi di nuovo il coraggio di guardarla, e vidi che mi stava fissando, ...
    ... rimasi ancora come inebetito dalla sua sensualità ma mi prese quasi un colpo quando lei abbassò il mento come ad indicarmi di guardare in giù… e il mio cuore si fermò per qualche secondo quando seguendo il suo gesto vidi che aveva aperto leggermente le gambe nella mia direzione, non si vedeva nulla di quello che avrei desiderato, ma solo il vedere qualche centimetro delle sue cosce mi fece eccitare come un ragazzino. La guardai stupito e lei rispose con un cenno, prima mi puntò l’indice, poi lo puntò verso le sue cosce, dopo di ché si alzò, disse qualcosa all’orecchio del suo ospite e si incamminò in direzione del bagno, che era alle mie spalle. Passando, ma senza guardarmi disse con tono deciso: “muoviti”. Ebbi un attimo di esitazione, poi interruppi il mio cliente, che intanto continuava a parlare di non so cosa, mi alzai e mi diressi verso il bagno. L’entrata del bagno era comune, poi, una volta entrati, sulla destra il bagno degli uomini, sulla sinistra quello delle donne, al centro un grande lavandino di marmo per due persone. Lei era sulla porta, come entrai a sua volta entrò e la lasciò aperta. Entrai e la chiusi, lei fissandomi con freddezza disse “chiudi a chiave”. Non riuscivo nemmeno a parlare, mi avvicinai, sentivo il suo profumo, il suo odore, lei mi tese una mano e disse “ciao, io sono Laura”, balbettando risposi “Mario, ciao”. Lei sorrise e aggiunse solo “sai cosa c’è adesso?”; “non saprei, cosa intendi” risposi; “c’è che adesso me la devi leccare…”. Deglutii, non ...
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