1. La mia prima volta


    Data: 20/09/2020, Categorie: Trans Autore: Angela58, Fonte: Annunci69

    Mi è sempre piaciuto indossare abiti femminili, in particolare biancheria
    
    intima: calze, reggicalze, reggiseni, mutandine e guaine sono per me un'autentica passione; però non avevo mai osato uscire di casa indossando questi capi.
    
    Una sera di alcuni anni fa, non so bene per quale motivo, decisi di provare.
    
    Ricordo bene l'eccitazione che mi prese, mentre lentamente cominciai a vestirmi; dapprima il reggicalze nero, poi le calze nere velate, che pian piano srotolo lungo le gambe e allaccio ai gancetti.
    
    Continuo con il reggiseno e le mutandine in pizzo nero: mi fermo un attimo e mi ammiro.
    
    L'effetto è immediato: mi devo calmare, altrimenti le mutandine faranno fatica a contenere la mia eccitazione.
    
    Copro il tutto con un paio di pantaloni e una maglia; sopra indosso il giaccone ed esco di casa; il cuore mi batte forte, mi sembra che tutti capiscano cosa indosso; inoltre sentire i gancetti del reggicalze e i pantaloni che scivolano lungo le calze di nylon, contribuisce non poco ad aumentare la mia agitazione.
    
    Mi dirigo verso dei giardini dove so che è possibile fare degli incontri e faccio un giretto, con finta noncuranza, passeggiando nei vialetti: non incontro nessuno, sembra proprio non sia una sera fortunata.
    
    Mi dirigo verso il parcheggio e in quell'istante arriva un'auto, che si ferma; a bordo un ragazzo, avrà si e no trent'anni, piuttosto tarchiato, barbuto.
    
    Lui scende, non mi degna di uno sguardo, lo guardo allontanarsi di qualche passo e ...
    ... allora io rompo gli indugi e lo seguo.
    
    Lui si ferma, mi osserva e fa per allontanarsi.
    
    "Scusa - gli faccio - sai che ore sono?"
    
    Mi sento cretino, ma ottengo lo scopo desiderato; infatti lui torna sui suoi passi, sorride, guarda l'orologio.
    
    "Sono le dieci e trenta.
    
    Cerchi anche tu compagnia?"
    
    "Si, però qui non mi piace, preferirei cercare un altro posto"
    
    "Possiamo andare via con la mia macchina"
    
    "Volentieri. Andiamo"
    
    Ci avviamo alla sua auto, saliamo e partiamo.
    
    Non riesco a parlare, sono teso e anche un po’ preoccupato.
    
    Mi chiede come mi chiamo: "Giovanni, e tu?"
    
    "Roberto. Vai spesso in quei giardini?"
    
    "Raramente, quel posto mi incute un po’ di timore"
    
    "Non ti preoccupare; cerchiamo un posto dove possiamo stare tranquilli"
    
    Mentre parla sento la sua mano posarsi sulla mia gamba e accarezzarla.
    
    Oddio, penso, ora sentirà il gancio del reggicalze….prendo il coraggio a quattro mani:
    
    "Senti, ho addosso intimo femminile, spero non ci siano problemi…" e lo
    
    guardo con timore e attesa.
    
    Rimane un attimo in silenzio, mi guarda, sorride: "No, no, nessun problema".
    
    Continua a guidare in silenzio e di tanto in tanto la sua mano mi accarezza l’interno della coscia: lo lascio fare, mi sto rilassando; allargo un po’ le gambe per favorire i suoi toccamenti: mi sento un po' porcella.
    
    Non facciamo tanta strada: dopo un po’ di giri parcheggia in una stradina, certamente poco frequentata, ma sicuramente non adatta per gli scopi che mi ...
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