1. Il mio amore mi ha fatto cornuto!


    Data: 20/09/2020, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Autore: Bobbi, Fonte: RaccontiMilu

    ... abbiamo finito il latte”
    
    “N-non c’è problema…” ormai avevo iniziato a capire come ragionava. Non volevo che proponesse un’alternativa. Ma lei non si arrese.
    
    “Oh, no. Non posso farti bere il caffè nero, so che non ti piace” e iniziò a massaggiare il cazzo di Marco.
    
    Iniziò un lento, sensuale e bagnato pompino che durò a lungo. Io rimasi sempre in piedi, come in uno stato catatonico. A un certo punto Giulia si staccò un attimo e mi disse:
    
    “Amore, versati una tazza di caffè e portala qui”
    
    Obbedii da bravo cagnolino e gliela porsi. Marco si avvicinava all’orgasmo e Giulia avvicinò la tazza al suo grosso glande. Quel bastardo esplose nel solito orgasmo copioso. Una decina di spruzzi finì dentro la tazza. Probabilmente si trattava di sperma al caffè e non il contrario, ormai. La mia ragazza, soddisfatta, mi porse la tazza.
    
    “Ecco qua, cornutello. Goditela. So che ieri notte sei rimasto deluso da non aver leccato il tuo sperma, questo è per farmi perdonare”
    
    La presi in mano. Guardai dentro. La quantità era impressionante. Guardai lei, poi lui. Poi la tazza.
    
    Mandai tutto giù in un colpo.
    
    Cazzo.
    
    Buono.
    
    Uscii di casa con ancora il sapore del caffè in bocca. In gola sentivo un retrogusto che stava ormai diventando a me familiare e, cosa che ammisi a me stesso a malincuore, gradevole. Non so se mi piacesse il sapore o quello che significava il mio averlo assaporato. Forse in quel sapore vedevo concentrato tutta la situazione con Giulia e Marco, la mia ...
    ... sottomissione, la mia eccitazione inspiegabile nel sapere che la mia donna si faceva scopare da un uomo migliore di me. Non sapevo quanto potessi andare avanti in quella situazione. Dovevo parlare con Giulia. Cercare di capire come si sarebbe evoluta la cosa e stabilire almeno qualche regola, perché ormai avevo ben chiaro che lei non avesse nessuna intenzione di tornare alla vita di prima. Forse, in fondo in fondo, nemmeno io volevo.
    
    Tornai dall’università verso le sei. Mentre infilavo la chiave nella toppa mi resi conto che ormai mi aspettavo di trovare quei due avvinghiati e intenti a scopare come dei dannati ogni volta che io aprivo il portone.
    
    Aprii. Era tutto buio, tranne per della luce che proveniva dalla nostra camera da letto attraverso la porta socchiusa. Quando entrai trovai Giulia intenta a leggere sul letto. Sola. Una parte di me era sollevata, un’altra leggermente delusa. Che cosa ero diventato?
    
    Giulia alzò gli occhi dal libro.
    
    “Ciao, cornutello.”
    
    Come al solito quel commento mi diede una fitta al cuore e all’uccello. Dallo sguardo che mi lanciava capii che lei ne era pienamente consapevole e la cosa la divertiva parecchio.
    
    “C-ciao amore… come è andata la giornata?”
    
    “Tranquilla, non avevo lezioni e l’ho passata a rilassarmi. Questi giorni sono stati abbastanza pesanti, non trovi?”
    
    Già.
    
    “Mmm… ok… e Marco? Non è in casa?”
    
    Alzò un sopracciglio, perplessa.
    
    “Perché?”
    
    “No, niente… così…”
    
    Un sorrisino spuntò sulle sue labbra ...
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