1. Alla stazione


    Data: 17/09/2020, Categorie: Feticismo Autore: Heroindio, Fonte: EroticiRacconti

    Si erano scolati due litri di vino in brik a testa e, all'imbrunire, erano usciti a piedi e si erano fermati al bar della stazione a prendere un grappino.
    
    “Mi sa che è la serata giusta", disse Bonny.
    
    “Giusta per cosa?”, chiese Eddy.
    
    “Dai un'occhiata al piazzale della stazione”
    
    “Ok. E allora?”
    
    “Tu le vedi tutte le tossiche in giro? Donne strafatte che ogni sera sono in cerca di pochi spiccioli”.
    
    “Le vedo. Bonny, puzzano a distanza come i barboni e nessuno le vuole".
    
    “Ascolta, Eddy, là fuori ci sono chili di fica sprecata. Eppoi il fatto che nessuno le caga è a nostro favore”.
    
    “Non ti seguo. Mi sa che il vino ti ha fatto male. Era meglio bere la solita birra da 5 gradi”
    
    “Concentrati! -disse Bonny- Se in questo momento andiamo da una di loro, per esempio da quella sulla trentina seduta sul marciapiede, ci darà retta di sicuro”.
    
    “Ma diccheccazzo stai parlando, Bonny! Ma te la dai una regolata?”
    
    “Sto parlando del fatto che sono arrapato. AR-RA-PA-TO. Ma ce l'hai le palle, Eddy? O non ti si alza per niente?”.
    
    “Non sono un asessuato, stronzo! -urlò Eddy- Dici così perché ieri mi hai visto fare cilecca con la prostituta anziana che lavora sotto casa. Dammi tua sorella e ti faccio vedere come mi funziona il cazzo”.
    
    “Bevi ancora un po’ e andiamo a prendercene una. Eddai cazzo, Eddy!”
    
    “Va bene, proviamo. Ma attacchi tu ché stasera hai la parlantina”.
    
    “Allora andiamo dalla tipa sul marciapiede e le promettiamo 5 euro a testa per venire con ...
    ... noi al fabbricato dietro la stazione”.
    
    Raggiunsero il casolare. Toccò prima a Bonny. Le calò i jeans, la toccò sulla fica e si inginocchiò a leccargliela per pochi secondi, quindi si rialzò e la piegò a 90 gradi, le si piazzò di fronte e le venne in bocca mentre la toccava con la mano.
    
    La tipa si scostò, sputò la sborra a terra e tirò sù i pantaloni. Si era dimenticata dei cinque euro e Bonny non glieli ricordò.
    
    Ora era il turno di Eddy. Si abbassò i pantaloni, la girò, le tirò giù pantaloni, collant e mutandina. Si chinò ad annusare gli slip, erano umidi e odoravano di sudore e piscio, poi si levò e l’agguantò per la pancia da dietro e glielo infilò dentro. La baciava sulla nuca, il puzzo di quel corpo non curato gli piaceva e venne in due minuti: la strinse a sé dicendole "ti amo, puttana tossica". La drogata gli chiese i 5 euro mentre con l'indice e il medio si apriva la figa per far cadere lo sperma sul pavimento. Eddy glieli diede. Poi si rimisero in fretta. Qualcun altro, che si trovava nel rustico, aveva dato l'allarme che c’era la polizia nei paraggi.
    
    I due si fiondarono sulla strada e scapparono verso casa. La tossica rimase nel fabbricato, si era accovacciata per pisciare e sembrava che non si fosse accorta di quello che stava accadendo.
    
    Eddy ficcò la chiave nella serratura, aprì la porta e andò a sdraiarsi sul letto. Bonny entrò in bagno e si fece una sega, poi andò in cucina, prese da bere e si recò nella stanza del coinquilino: “Credi che abbiamo ...
«12»