1. Viaggio in Africa


    Data: 16/09/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Lesbo Autore: giuliadv, Fonte: RaccontiMilu

    ... mostrato, fece l’occhiolino alla soldatessa e senza degnarmi di una parola mi fece segnale di inginocchiarmi. Ero ormai travolta da quel ‘gioco’ che sconoscevo, ma in cui l’unica cosa certa, almeno in quel momento, era che io accettavo liberamente di essere la ‘vittima’.
    
    Benissimo cagna bianca, hai cominciato a capire
    
    e sempre col ghigno mi sputò in faccia. Rimasi stravolta, impietrita, totalmente umiliata, ma lui subito riprese:
    
    Naturalmente dovrai meritarti quello che ti sarà offerto.
    
    – e fece un cenno alla soldatessa che, rapida intervenne e mi strappò letteralmente di dosso la vestina.
    
    Avevano ormai distrutto le ultime mie resistenze…
    
    L’ufficiale, visibilmente soddisfatto, mi guardo fissa negli occhi:
    
    Ci vedremo presto: so che il tuo desiderio è forte ma devi ancora prepararti per avere l’onore di servirmi.
    
    – e, volgendo lo sguardo verso la sua sottoposta, continuò –
    
    Adesso dovrai obbedire a lei, ricordati che ogni sua parola è un ordine ed è come se venisse da me. Lei ti preparerà: sei in buone mani e se farai la brava avrai il trattamento che meriti e desideri.
    
    La soldatessa si mise all’ordine e fece il rituale saluto ricambiata dal suo superiore che, senza aggiungere più altro, giro i tacchi ed uscì dalla stanza.
    
    Istintivamente volsi lo sguardo verso la donna accorgendomi che mi stava scrutando con attenzione. Seguirono alcuni lunghissimi secondi di silenzio, imbarazzato e timoroso da parte mia, segnale di forza da parte di ...
    ... lei.
    
    Lei si avvicinò a me, ancora nuda ed inginocchiata, lentamente e, con mia grande sorpresa, mi diede una carezza sui capelli e mi fece rialzare.
    
    Mi fece cenno di seguirla avviandosi verso una porticina collocata sul lato opposto a quello da cui era uscito l’ufficiale. La seguii in corto ed umido corridoio, piuttosto buio, per entrare infine in un’altra stanza.
    
    Lei accese l’interruttore ed io potei finalmente vedere il locale: un letto ad una piazza e mezza, un tavolino con un paio di sedie, qualche armadietto con vestiti e libri. Tutto normale ad una prima occhiata ma appena volsi lo sguardo più in là notai qualcosa che nemmeno in quel momento potevo immaginare e che avevo visto solo qualche volta navigando su internet: un vero e proprio armamentario di corde, fruste ed attrezzi vari di cui ignoravo la funzione circondavano una sorta di rete fissata ad una cornice in legno e corredata di una sorta di manette in alto ed in basso.
    
    Ero scioccata e terrorizzata ma lei, guardandomi, prese a mostrarsi gentile ed accogliente.
    
    Benvenuta nella mia camera
    
    – mi disse, provocandomi un’estrema sorpresa –
    
    Per il momento mettiti comoda: voglio parlare un po’ con te.
    
    e mi fece cenno di accomodarmi su una sorta di divanetto.
    
    Lei intanto si tolse di dosso e depositò in una custodia l’arma e si tolse i pesanti scarponi, lasciando nudi i suoi piedi, ahimé piuttosto maleodoranti. Fatto ciò venne a sedersi accanto a me.
    
    Stai cominciando bene ed io voglio aiutarti
    
    – mi ...
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