1. Così puoi vedermi meglio


    Data: 16/09/2020, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... arnesi. Io non rispondevo con le parole, perché cercavo di trovare un punto d’incrocio tra quelle menti angosciate e tormentate da quella voglia sfrenata, così iniziai a spogliarmi lentamente come se andassi in realtà a letto, poiché captavo i motori di quelle telecamere che ronzavano continuamente:
    
    ‘Sì brava, sì così, ecco fammi uno spogliarello in diretta, a tutto campo, molto bene’ – esordì Luca, Enzo invece famelico e impaziente incalzava:
    
    ‘Su, animo, dacci dentro, che cosa aspetti a far passare quell’arnese’.
    
    Io continuai normalmente e ogni indumento tolto lo ripiegavo sistemandolo nei vari posti della stanza, salii in piedi sul grande letto, nel tempo in cui la luce diffusa creava sulla seta sprazzi di tonalità di colore arancione scuro, veramente incantevoli e suggestivi. Cominciai in tal modo a rimuovere il reggipetto, lo scaraventai a casaccio, poi m’introdussi sotto l’elastico flessuoso degli slip girandoci un poco intorno, successivamente sui fianchi e in conclusione le lasciai cadere. Dopo m’inginocchiai, intanto che pezzetti di strilli e di particelle evidenti di piagnucolii uscivano dalle casse acustiche, in quanto lo spettacolo sembrava senza veli e appariva puro e schietto di godimento. Io mi sciolsi i capelli e feci degli sguardi estenuati e svigoriti in direzione dei due apparecchi, Luca improvvisamente gemette, io m’accarezzai le tette, infine toccai i capezzoli già adeguatamente diventati eccitati e appuntiti come due chiodi. Mi scapparono ...
    ... sennonché dei gemiti di piacere che provocarono la prima vittima, infatti Luca, già adeguatamente provato lo sentivo nitidamente agonizzare rantolando e combattendo convulsamente alle prese con il suo liquido seminale, mentre Enzo, notoriamente più resistente e stabile mi mandava accuratamente messaggi audaci e indecenti, io mi toccai ancora un poco per aumentare in tal modo la mia già smisurata eccitazione. A fianco dell’ottomana possiedo due comò straripanti di gingilli vari, ne presi due tra quelli più grandi, uno me lo appoggiai ritto al centro del giaciglio, iniziai a strofinarlo nelle labbra carnose del mio sesso inumidendolo per bene:
    
    ‘Dai, spingilo dentro’ – gridò Enzo assecondandomi e incoraggiandomi.
    
    In quella rigorosa contingenza me lo introdussi pigramente fino a metà del suo formato, afferrai il successivo inumidendolo, lo allinea all’apertura del deretano e m’inclinai, l’indolenzimento cagionato era cospicuo, pur non essendo la prima volta indietreggiai:
    
    ‘Che cosa fai, dai spingi, che cos’aspetti’ – sbraitando nell’altoparlante in modo elettrizzato.
    
    Un trucco che io avevo imparato e memorizzato da una mia amica, per reggere e per sopportare il dolore, consisteva nell’astuzia di nasconderlo camuffandolo con dell’altro spasimo, come quando per esempio ti fa male un dente per non sentirlo ti mordi la gengiva, quindi acciuffai le mollette, le appesi ai capezzoli non senza farmi scappare ghigni di dolore e riprovai. Iniziai a ondeggiare il didietro per farlo ...