1. Lucrezia


    Data: 12/09/2020, Categorie: Trans Autore: Lady_Lucrezia, Fonte: xHamster

    ... sono dubbi, ma usi troppo le mani. Ma ho già in mente una soluzione! Adesso toglila!”
    
    E contemporaneamente sento le sue mani che mi si appoggiano sulla nuca e mi invitano a scendere ulteriormente.
    
    Più che un invito è un obbligo, la pressione si fa più forte e finisco per arrivare con le labbra al suo pube ingoiandolo tutto provocandomi l’immancabile conato e le lacrime agli occhi.
    
    “Non ti azzardare a vomitare!”
    
    Allenta un attimo la pressione per permettermi di risalire un po’, quindi comincia un movimento ritmato di su e giù che cerco di assecondare come posso mentre lui comincia ad irrigidirsi tutto e mentre aumenta il ritmo mi incalza:
    
    “Così! Così! Brava! Dai che vengo… Vengoo… vengooo… vengooooo”
    
    Finisce rantolando mentre mi esplode in bocca, con una fiumana di sperma che, seppure attesa, non riesco a trattenere. Sono schizzi violenti ed abbondanti che sembrano non smettere mai e mi inondano la gola e mi saturano talmente la bocca che, davanti ad una tale quantità, non riesco a tenere chiusa ermeticamente ed un rivolo copioso finisce per scendere lungo l’asta, mentre cerco disperatamente di trattenerla gonfiando le guance.
    
    Continua a trattenermi la testa fino a quando non ha finito di sussultare e di eruttare ...
    ... tutta quella lava bianca.
    
    “Tienila in bocca, non mandarla giù!”
    
    Ormai conosco il suo rituale e seppure con molta fatica, reclinando la testa per non farmela sfuggire, spalanco la bocca per fargli verificare e gustare l’abbondanza della sua produzione.
    
    “Mmmm davvero tanta…”
    
    Adesso posso deglutire ed ingoiare tutto il suo nettare, operazione non semplice, ma alla fine riesco a farcela. Quindi faccio per alzarmi, ma sembra non sia il caso:
    
    “Dove credi di andare?”
    
    “Puliscilo come si deve!”
    
    Mi inginocchio nuovamente e comincio a nettàre il suo cazzo imbrattato di sperma, che intanto ha perso inevitabilmente vigore, lo lecco con cura cominciando dallo scroto e risalendo per l’asta scappellando al massimo il glande per raggiungere ogni piega e renderlo perfettamente pulito.
    
    Alla fine è soddisfatto:
    
    “Così va bene. Abbiamo fatto tardi, ma ne avevo proprio bisogno e tu non potevi andare in facoltà ancora a digiuno.” Solito sorriso beffardo.
    
    “Adesso sbrighiamoci ad andare, ci rivediamo stasera dopo le 17.30, dobbiamo accordarci su diverse cose.
    
    Una te la posso già anticipare, ho pensato ad un nome per te, un nome che esalti la tua indole più intima. Da oggi, quando ti troverai fra queste mura, sarai Lucrezia.” 
«123»