1. Sapore di…


    Data: 27/08/2020, Categorie: Autoerotismo Autore: aliasir, Fonte: RaccontiMilu

    Erano molti anni che non entravo in un cinema a luci rosse. Non so in fondo cosa cercassi, in quel pomeriggio rubato al lavoro. Un appuntamento saltato, anzi no rimandato, per cause di forza maggiore, il mio interlocutore sarebbe stato in ufficio dopo tre ore circa.
    
    E io, col traffico che c’era se tornavo in azienda avevo giusto il tempo di andare e tornare. Oppure sarebbe stato per un altro giorno.
    
    Ma ci tenevo a quell’incontro. Decisi di aspettare.
    
    Camminavo per le strade di una Roma pigra e assonnata, in quel pomeriggio quasi estivo, mi infilai nei vicoli a cercare ombra e vidi l’insegna di quel cinema. Quanto tempo era che non ci entravo.
    
    Avevo tempo. Entrai e un breve capogiro mi colse, per lo sbalzo di temperatura. Presi il biglietto e entrai. Non avevo nemmeno visto che film davano.
    
    Gli occhi non si erano abituati al buio, sullo schermo dei corpi nudi allacciati, le gambe di lei sulle spalle di lui che la montava con colpi di bacino, le natiche lucide e guizzanti. Il solito concerto di gemiti dagli altoparlanti.
    
    Intravidi una fila di poltrone, dei posti liberi e mi sedetti.
    
    Gli occhi si abituavano alla penombra e vidi che un po’ di gente c’era, seduta qui e là. In genere figure solitarie.
    
    All’uomo sullo schermo si avvicino un altro uomo, il cazzo teso e vibrante offerto alla bocca di lui che lo accolse e senza cambiare il ritmo della chiavata a stantuffo prese a succhiarlo incavando le guance.
    
    Ah, dunque era un film bisex, pensai.
    
    Vedere ...
    ... il maschio succhiare quel cazzo mi fece pensare a quella sensazione che non avevo mai provato. Ero molto più interessato a quella scena che alla femmina pur bella e sensuale sotto di loro, il grosso seno che ondeggiava sotto i colpi, i capezzoli duri strizzati dalle dita di lei.
    
    Il cazzo s’induriva nei pantaloni, lo strinsi fra le dita, lentamente, ritmicamente, e s’induriva sempre più.
    
    Venne a sedersi vicino a me un ragazzo. Lo ignorai. Lui aspettò un minuto. Poi si mosse sul sedile, due o tre volte, forse aspettava un segno che non inviai. La mia mano era sempre sul mio cazzo, la stretta delle dita inavvertibile, da fuori, nella penombra di un cinema.
    
    Percepii distintamente la zip della sua lampo dei jeans che scendeva. Si mosse sul sedile, alzando il bacino, facendo scendere i pantaloni. Lo vedevo con la coda dell’occhio. E con questa colsi il paletto di carne che svettava. Si allungò in avanti con le ginocchia e anche senza girarmi potevo vederlo bene, spostando solo gli occhi verso di lui.
    
    Iniziai a guardare più quel cazzo che verso lo schermo. Ero immobile. Mi arrivava alle nari quello che pensavo fosse l’odore di quel cazzo. Ora tenue, ora a vampate forti.
    
    il cuore mi batteva forte e mi sentivo trasognato. Le narici frementi, ad aspirare quell’odore di sesso. Il respiro accelerato e profondo.
    
    Quasi mi sembrava di sentire il calore sul mio viso che veniva da lì.
    
    Mi mise una mano sulla gamba, all’altezza del ginocchio. Lo lasciai fare. Risalì fino ad ...
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