1. Sesso a Capodanno


    Data: 09/08/2020, Categorie: Anale Masturbazione Autore: rogermarten, Fonte: xHamster

    La provincia è un posto meraviglioso. Mi sono accorto di questo solo andandomene, un afoso pomeriggio di settembre, in macchina con i miei. Mi stavano dando una mano con il trasloco e qualche mobiletto Ikea. Quei primi mesi ero tutto incentrato a decifrare l'ignota lingua delle periferie, delle borgate, degli inurbati, dei palazzoni con scale numerate e interni. Poi il tempo mi lanciò addosso il Natale, e con lui la fretta, l'affanno del ritorno, e il riposo. La catabasi che feci lungo lo Stige dello Stivale mi riportò alla vista luoghi prima usuali, ornamentali, inutili, che ora iniziavano ad ammantarsi di quella coltre bianca che è la nostalgia. La provincia si manifestò così ai miei occhi per la prima volta: un impasto di luce e memorie. Restai per lo più a casa in quei giorni, come a volermi scusare della mia assenza, a tentare di ricomporre con l'Attak i pezzi rotti di un souvenir di porcellana. Fu per questo che decisi di passare il capodanno lì, con qualche amico di sempre, una festa a casa, una taverna, alcol, erba, lenticchie e giochi di società. Era tutto quello che desideravo in quel momento, alla mia nuova vita c'avrei pensato qualche giorno dopo. La compagnia poi era un po' più allargata del solito, mi attendevano vecchie e nuove conoscenze. Alda, una mia carissima amica, il pomeriggio del 30 mi disse che sarebbe venuta anche Debora, la sua amica emiliana che dovevo anche aver conosciuto di sfuggita l'anno precedente, ma che in quel momento non mi ...
    ... riusciva proprio di ricordare il viso. Evidentemente non mi aveva colpito un granchè, pensai tra me e me. Mi chiese se potessi eventualemtente ospitarla, poichè lei sperava di raggiungere clandestinamente in tarda serata l'uomo che frequentava da un po'. Le rispondo che non ci sarebbe stato alcun problema, che l'avrei comunicato subito a mia madre così avrebbe tirato giù il divano letto nella stanza degli ospiti. L'indomani andammo a prendere alla stazione la ragazza: si presentò una ventenne non alta, di corporatura snella, certamente non appariscente ma per niente anonima. Mi chiedevo come avevo fatto a non ricordarmi di lei. Portava un paio di occhiali da vista neri, capelli biondi lisci, una fronte ariosa, occhi nocciola e piuttosto misteriosi. Fu quello che mi colpì di lei a prima vista. Raggiungemmo gli altri e iniziammo ad apparecchiare, a mettere un po' di musica, a bere e fumare. Debora appariva piuttosto silenziosa, provai ad offrirle non mi ricordo cosa, ma mi disse che beveva solo limoncello. Grazie a dio c'era, così rapii la bottiglia e la misi tra noi due. Iniziammo una fitta conversazione distaccandoci un po' dal resto della comitiva, che non sembrava affatto interessata alla perdita. In realtà il nostro parlare era una specie di mio monologo inframezzato da sue domande. Mi piacciono le persone curiose, interessate, e autoincensarmi non mi dispiace affatto. In poche parole, mi aveva conquistato. Più bevevo e più capivo che la mia attrazione verso di lei saliva ...
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