1. Il fascino sottile dell'esibizionismo


    Data: 08/08/2020, Categorie: Etero Autore: Suve, Fonte: EroticiRacconti

    Oggi, a maturità acquisita (o almeno spero), alla “veneranda età” di 24 anni, posso affermare che era stata sempre latente in me fin da piccola.
    
    Sorvolo velocemente sull’adolescenza, con un breve accenno a quando mi crebbero le tette ed io facevo in modo di evidenziarle in ogni modo, magari facendo figure ridicole come giudicherei ridicola una ragazzina che lo facesse ora davanti a me, ma allora per me era un piacere sottile far vedere al mondo che ce le avevo anche io.
    
    Litigi continui con mia madre che non voleva assolutamente che mi vestissi con magliette o maglioncini attillati, men che meno gonne corte. Però per me era normale, lo facevano anche le mie amiche e non ci trovavo nulla di male. Crescendo ebbi il problema con i costumi da bagno, che avrei voluto minimalisti ed invece dovevo, sempre per far contenta mia madre, indossare capi scelti da lei.
    
    A 18 anni la svolta. Finalmente “capace di intendere e di volere”, il controllo di mia madre si allentò; era meno apprensiva, meno rigida, si limitava a consigli affettuosi quando mi vedeva particolarmente in tiro (nel senso che i centimetri di pelle scoperti erano quasi più di quelli coperti dagli abiti). Dapprima timidamente, poi via via più “sfacciata”, colsi ogni occasione che avevo per mettermi in mostra. Cominciai con il dirimpettaio (in realtà l’avevo già fatto sporadicamente ma sempre con la paura che mia madre lo venisse a sapere). Di fronte al palazzone dove abitavamo ce ne era uno uguale, a circa 30 ...
    ... metri di distanza riempiti da un giardinetto. La mia camera era dotata di un balconcino e in sua corrispondenza, ultimo piano, c’era l’appartamento di una coppia senza figli. Scoprii per caso il lui della coppia osservarmi con attenzione una mattina che ero uscita col solo intimo per godermi la frescura del primo mattino.
    
    Mi stavo stirando voluttuosamente quando lo vidi fermo sulla porta finestra guardare nella mia direzione. Un brivido di eccitazione mi corse per la schiena e, fingendo di non averlo visto, improvvisai delle mosse di stretching badando bene a mostrare nella sua direzione il mio culetto piegato a novanta gradi. Rientrai in camera eccitata e, sotto la doccia, non riuscii a trattenere la mano pensando a lui che mi guardava. Da quel momento, per alcuni giorni, prima di uscire sul balconcino mi accertavo che lui fosse appostato e davo il via al mio spettacolino privato che si concludeva sempre sotto l’acqua con la mano tra le mie cosce.
    
    Osai sempre di più, togliendomi prima il reggiseno, carezzandomi le tette con fare pensieroso, infine uscendo totalmente nuda.
    
    Di sottecchi, lo potevo vedere seminascosto dietro la finestra, non so se si carezzasse anche lui, che mi guardava con occhi pieni di libidine. Il divertimento finì quando, durante l’ennesima esibizione, udii delle urla tra cui, distinta, la parola “puttanella”. Guardando, vidi la figura della moglie sul balconcino che mi indicava infuriata. Mi precipitai dentro e da allora non lo feci più.
    
    Però ...
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