1. Montecalvario blues: "la bella giorgina"


    Data: 07/08/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: renart, Fonte: Annunci69

    A Giorgina le piace proprio tanto attizzarli i ragazzi del Bar degli Amici. Mette su i vestiti più corti e attillati che trova nel guardaroba, scarpe con un po’ di tacco – il giusto per slanciare gambe massicce e tornite come colonne greche – e scende di casa mandando a destra e sinistra quel gran culo che si ritrova, compresso nell’abito fino a far urlare pietà alle cuciture. Come la vedono, i ragazzi svaccati al tavolino deglutiscono e si danno di gomito, sciorinando rosari di apprezzamenti volgari a dir poco lusinghieri per la giunonica Giorgina, le cui mutandine subito s’inzuppano al pensiero di quei giovanotti arrapati che sbavano al suo passaggio, e se la sente sgocciolare nel solco delle chiappe e tra i seni opulenti quella vischiosa bava di desiderio che le si appiccica addosso come afa. E sculetta, la bella Giorgina, mentre passa davanti a loro e di sbieco, protetta dalle lenti scure, getta un’occhiata alle loro patte gonfie oscenamente strette nei pugni, ad esplicitare plasticamente voglie e inviti.
    
    Se li immagina, Giorgina, quei cazzi belli grossi, scappellati e umidi, dalla capocchia turgida e violacea, e intimamente gode ancor di più a confrontarli con quello di Lucio, che le ha chiesto di sposarlo, e lei ha accettato perché Lucio è un bravo ragazzo, volenteroso e lavoratore, onesto e buono d’animo, che l’adora e le vuole bene, ma che fra le cosce madre natura non gli ha fornito con altrettanta prodigalità qualità tali da toglierle ogni volta quella voglia ...
    ... che dal mattino le surriscalda la carne, dapprima lenta, poi sempre più forte, fino a farle bollire il sangue, come il ragù che sua nonna mette sul fuoco il sabato e lo fa stare per ore e ore, fino alla domenica, finché non s’addensa come magma, quella voglia permanente, che non la lascia mai nemmeno quando lavora ad ore, strofinando i pavimenti di case sempre troppo scure e sature di muffa mista ad odore di minestre e fritture. Bravo ragazzo, Lucio, ma ha un cazzetto lungo un indice e quando, nudo, magro e scarno come un ramo secco, le si infila fra le cosce e prende ad agitarsi come un coniglio, lei non ha il tempo di accorgersi della sua presenza che lui si è già tirato fuori, con il viso deformato dal piacere, l’uccelletto tra le dita che si agitano frenetiche, fino a schizzarle le tette con qualche goccia di sbrodo caldo. Bravo ragazzo, Lucio, sicuro, ma da queste parti, in questa giungla metropolitana, esempio palpitante di quanto sia fondata la teoria della lotta alla sopravvivenza, è facile confondere la bontà con la mancanza di palle e con un nerbo che, ahilui, è proporzionato ai centimetri di cazzo. Ne è convinta, Giorgina, di questa teoria, perché lo vede il suo Lucio farsi sfruttare sul lavoro, mandare giù le angherie di chiunque, dal pizzicagnolo che lo frega puntualmente sul resto a quello stronzo dell’appartamento di sopra, che scarica di tutto sul loro balcone. Altroché se la personalità di un maschio è fortificata dalla vigoria del suo arnese! La discesa di ...
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