1. Emersa dalle Acque


    Data: 03/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: Caliban, Fonte: RaccontiMilu

    Emersa dalle acque
    
    Mi era apparsa la prima volta nel bosco, in quel piccolo, limpido laghetto che si forma tra le rocce nere. La leggenda dice che fu un drago rosso, in un remoto passato, ad arroventare così tanto, con il suo alito fiammeggiante, le rocce da farle fondere e divenire di quel nero cristallizzato così inconsueto. Stavo inseguendo un cervo che era già sfuggito per tre volte al mio arco, quando la vidi emergere dall’acqua. Bellissima e nuda, fatta eccezione per un intreccio di piccole foglie trilobate che scendeva da una spalla lambendo il suo candido fianco, come fosse ciò che restava di un mantello naturale. Notai i tondi seni, con grandi rosee areole sormontate da piccoli capezzoli, irrigiditi probabilmente a causa dell’acqua fredda. E vidi che le sue unghie, di mani e piedi erano tinte di nero, creando così un profondo contrasto con la pelle chiara
    
    Rimasi incantato a osservarla, nascosto dietro una grande quercia bruna. Una Naiade, pensai. Senza dubbio una ninfa acquatica, o forse boschiva. Nemmeno mi resi immediatamente conto dell’erezione che crebbe immediata e del desiderio che già mi infiammava i lombi. La mente era completamente ammaliata da quella visione. Continuai a guardare mentre usciva dal lago e, scrollando i corti capelli bruno-ramati dall’acqua, si allontanava scalza verso lo sperone di roccia nera, incurante della sua splendida nudità.
    
    Poi, dopo aver fatto diversi passi girò la testa, guardandosi indietro, come se avesse percepito ...
    ... la mia presenza. Restò ferma alcuni attimi a guardare nella mia direzione, quindi sorrise. Un sorriso aperto, intendo, irresistibile, che mi attirò a se e che prometteva infinite gioie e piaceri.
    
    Senza un pensiero cosciente mi spostai da dietro l’albero, che avevo creduto sufficiente nascondiglio e, rivelatomi completamente, mossi alcuni passi verso di lei che, a quel punto, tornò a voltarsi verso la collina e riprese a camminare. Senza pensarci la seguii.
    
    Certo avevo udito diverse storie riguardo le fate e ninfe, che potevano condurre alla follia gli uomini con la loro lussuria, e alcune leggende giungevano persino ad affermare che si trattava di creature maligne, che si nutrivano delle loro vittime. Ma nulla in quella leggiadra visione poteva far pensare altro che al piacere. La tallonai così, sempre più da vicino, finché la vidi avvicinarsi a un’ampia, frastagliata fenditura nella nera, vitrea parete.
    
    La vidi sparire, come ingoiata dall’oscura spelonca, rimasi così fermo, a pochi metri di distanza, timoroso e indeciso sul da farsi. Fu quando vidi il suo viso e il suo scintillante sorriso riapparire dietro la roccia che mi decisi, avvicinandomi ancora e infine entrando nell’oscura e stranamente calda grotta. La luce esterna illuminava appena l’antro, lei era ferma, pochi metri avanti, nella penombra. Mi avvicinai ancora e la vidi allungare una mano e afferrare gentilmente la mia. Quindi dopo avermi sorriso ancora, questa volta con un lampo più lascivo, leccandosi ...
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