1. Cuori in Tempesta - Prima parte


    Data: 01/08/2020, Categorie: Etero Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... l’anno scorso? Che ero la “mano più veloce di…”»
    
    «Mmh… non lo so…»
    
    «Dai Bernard, lo sapevano tutti, perfino i miei professori!»
    
    «Non ricordo, e comunque non ho mai dato peso a certe cazzate… Quella scuola è piena di bulli. Jean mi ha sempre detto che eri una brava ragazza ed è quello che penso anche io!»
    
    Camille sbuffò con gli occhi fissi sulle lingue di fuoco che divoravano la legna secca.
    
    «Mio fratello è un imbecille… Gli voglio bene ma è uno stupido… E poi, che male ci sarebbe? Io sono una donna; è anche normale che mi piaccia fare le seghe…»
    
    La vidi fare un piccolo sorriso e iniziai a sentirmi stranamente eccitato.
    
    «Mio fratello Jean si arrabbiava con i bulli che mi venivano a trovare a casa. Era convinto di essere un gran figo, di riuscire a tenerli a bada… In realtà ero io a tenerli a bada!»
    
    «Che intendi?» dissi deglutendo.
    
    «Che loro con me sono sempre stati gentili; dei veri tesori! Sai per i bulli cos’è meglio di prendere a botte quel coglione di mio fratello Jean?»
    
    Mi guardò e mimò con la mano il gesto della masturbazione.
    
    Nella penombra iniziai a sentirlo duro. Quella troietta era riuscita a farmi eccitare. Ora anche solo vederla muovere le dita dei piedi davanti al fuoco mi faceva venire voglia di tirarlo fuori.
    
    «Cazzo… mia madre a 19 anni era già incinta; non era nemmeno sposata con mio padre… E perché faccio qualche sega sono io la zoccola!»
    
    Iniziai a chiedermi come mai da un momento all’altro fosse diventata un fiume in ...
    ... piena. Prima non spiccicava parola se non per insultarmi, ora mi raccontava cose decisamente intime e private. Forse era per la storia dei piedi. Era talmente preoccupata e dolorante che era come se le avessi salvato la vita.
    
    Me ne stavo rintanato vicino al ripostiglio, in cerca di grossi ceppi da bruciare, quando lei pronunciò delle parole che mi mozzarono il fiato.
    
    «Sai Bernard, tu sei stato così gentile con me, così carino… Se c’è qualcosa che vuoi che io faccia per te… Me lo devi solo chiedere…»
    
    In quel momento provai a pensare nella mia mente a quella sventola dell’amica di Margot, Mireille: alta, bella… E stupida quasi quanto la sua amica e Jean. Una di quelle che la sera non si perde una puntata di Jersey Shore o Riccanza o quelle altre stronzate che danno su MTV perché “è convinta che creino le tendenze”.
    
    Camille invece… Le era bastato pronunciare poche parole per farmi letteralmente sbavare.
    
    Mi avvicinai a lei.
    
    «Camille, non capisco che cosa intendi… Voglio dire, mi ha fatto piacere aiutarti!»
    
    Nel frattempo la luce fuori era svanita, e le candele e la luce del fuoco spezzavano l’oscurità più totale. La bufera pareva addirittura essersi incattivita.
    
    Lei si voltò verso di me. Ora, oltre alla coperta di lana, indossava ancora la sua cuffia con pon pon che nel frattempo si era asciugata.
    
    Mi sedetti sulla poltrona. Lei si avvicinò strusciando il sedere per terra. Dovetti aprire le gambe per permetterle di avvicinarsi. Da seduta sul pavimento, alzò ...
«1...345...8»