1. Cuori in Tempesta - Prima parte


    Data: 01/08/2020, Categorie: Etero Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... sbatteva i denti come una vecchia macchina da scrivere.
    
    Accesi due candele di cera e le posizionai sul tavolo mentre il fuoco riscaldava l’ambiente. Mi tolsi il giaccone e gli stivali mentre controllavo il cellulare. Non c’era campo.
    
    Nel frattempo Camille si era allontanata dal fuoco di qualche centimetro e aveva steso le gambe, posizionando le piante dei piedi contro il fuoco. Non appena la vidi le intimai di fare attenzione.
    
    «Stai attenta Camille» le dissi.
    
    «Non rompere il cazzo!» mi rispose, poi fece un urlò straziante e la cosa mi fece preoccupare non poco.
    
    Mi alzai dalla poltrona in pelle e mi avvicinai al fuoco. Le lacrime le scendevano sulle guance.
    
    «Ma Camille, cosa c’è?»
    
    «I piedi… Cazzo mi fanno malissimo se muovo le dita…» poi iniziò a singhiozzare.
    
    Camille si era tolta gli stivali e se ne stava lì con i piedi contro il fuoco a piangere.
    
    Quella troietta mi faceva tenerezza, così provai ad aiutarla. Prima appoggiai la mia mano sul suo ginocchio e poi tentai di sfilarle la calza pesante dal piede, ma lei mosse rabbiosamente la gamba e mi guardò con un ghigno diabolico.
    
    «Brutto coglione mi fanno male le dita dei piedi per via del freddo! E tu mi togli le calze? Ma perché lo fai? Vuoi farmi congelare stronzo?».
    
    In effetti si, non era una cattiva idea. Scherzi a parte, cercai di mantenere la calma.
    
    «Camille, per una volta fidati di me». Lei continuava a frignare, ma mi stette a sentire. Alzai la gamba dal polpaccio e sfilai la ...
    ... pesante calza di lana.
    
    «Capisco che tu abbia freddo ma cosa pensi che causi questo freddo? Forse il fatto che la calza è tutta bagnata?»
    
    Sfilai la calza sinistra, mostrando una gambetta sottile e bianca quasi quanto la neve, mentre i piedini taglia 36 erano in verità quasi bluastri. Feci lo stesso con l’altra gamba. Camille smise di singhiozzare.
    
    «Meglio?» dissi mentre le accarezzavo il piede, che era grosso quasi quanto la mia mano. Lei fece sì con la testa. Appoggiai la mano sotto la pianta del suo piede destro, notando che il fuoco lo aveva riscaldato per bene.
    
    «Prova ora!» dissi osservando il suo bel viso. Mosse lentamente le piccole dita del piede. «Si, meglio!» disse mostrando un leggero sorriso.
    
    In quel momento, forse perché quel piedino di certo meritava maggiori attenzioni, o forse perché Camille si era mostrata per la prima volta dolce e vulnerabile con me, qualcosa in me si… come posso dire dottoressa? Si “smosse”?
    
    «Bella trovata questa…» disse.
    
    «Beh sai, sono più grande di te quindi…»
    
    «Ah! Quindi è una di quelle cose che impari a 23 anni, ma che a 19 non puoi conoscere!»
    
    «Secondo me non dimostri 19 anni… Insomma io non ti sono mai stato simpatico ma… Sei molto matura per avere 19 anni!»
    
    «Davvero?... Che idiota!»
    
    «Dico sul serio!». Mentre parlavo con lei le porsi una piccola coperta di lana che lei si mise prontamente sulle spalle. Dirmi grazie non faceva parte della sua natura, ma capii che apprezzò il gesto
    
    «Cos’è che dicevano di me ...
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