1. Spazio alla fantasia


    Data: 30/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    E’ passato qualche tempo da quando ogni notte un sogno ricorrente mi teneva assediata bloccandomi nell’osservare il soffitto: le mani, i polsi, gli occhi bendati, visto che il buio e il desiderio inespresso per uno sconosciuto affollavano riempiendo il mio cervello in ogni momento, in cui il sonno lasciava margine e spazio al risveglio. Sono trascorsi diversi mesi da quando mi manifestava raccontandomi d’un incontro che faceva diventare più concreto e più corporeo il mio sogno, perché in fondo era anche il suo. Un sogno che nel tempo &egrave rapidamente diventato una catena che mi tiene congiunta e legata proprio a quello sconosciuto.
    
    Di frequente, invero, gli episodi succedono accidentali e inaspettati, poiché mai avrei immaginato in tal modo. L’incontro per caso in un luogo in parte potenziale, teorico, giacché distrattamente io gli rispondo negligentemente in mezzo a decine di ciao, precisamente in quel momento però mi sto annoiando a morte e lui mi sembra un po’ più inconsueto e strano degli altri. Lui mi parla argomentando d’angoli, di luoghi e d’ambienti che non conosco, di rapporti e di legami mai presi in considerazione né responsabilmente in esame: mi rivela di catene. Tutta la mia vita disinteressatamente, se realmente ci penso ancora, l’ho passata a incatenarmi vincolandomi lucidamente a qualche cosa, perché ne ho confusamente sempre avuto bisogno per accorgermi e per sentirmi piena, per non stare nel presente, a volte persino l’amore, a volte i ricordi, a ...
    ... volte il futuro e altre volte penosamente e tristemente addirittura il passato.
    
    Sono per l’appunto catene inventate, ideate, irrimediabilmente create e fatalmente vissute tutte dentro di me, a volte strette, ma sempre incapaci, ripetutamente inidonee e non all’altezza di non farmi fuggire via per cercarne in tal modo altre più affannose, tormentose e strette ancora. Una ricerca, una ricognizione continua e insistita d’un tutto o d’un niente, cui mai ho saputo affibbiare né assegnare specificamente un nome né una qualifica. Una richiesta perciò che ha alimentato nutrendo e rifornendo le fantasie quasi originali degli uomini che ho sventuratamente incrociato sulla mia strada, ma che mai &egrave stata peraltro accontentata, esaudita e ascoltata fino in fondo.
    
    Di quel tutto o di quel niente, attualmente ne ho una coscienza e un giudizio maggiore, dato che oggigiorno percepisco distinguendo lucidamente che cosa dev’essere, perché &egrave come una catena che lui m’ha messo davanti senza che d’altronde io gliela chiedessi specificamente. Io la guardo ogni giorno e la desidero sulla pelle, lei &egrave fredda, indifferente e apatica, chiaramente dura e massiccia ma tanto premuta e stretta da elettrizzarmi scaldandomi fino all’angolo più rintanato di me. Una catena che non mi fa correre, che non mi fa scappare, anche se io cerco infruttuosamente e invano di divincolarmi tentando di liberarmi.
    
    E’ il presente questa volta ha un nome, una reputazione, un sogno in parte definito e ...
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