1. Pensione 1


    Data: 29/06/2020, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    La cerimonia del saluto è il momento più penoso del pensionamento: la consegna della medaglia (o dell’orologio o di qualunque altra testimonianza) accompagnata dalle frasi di circostanza e dalle professioni di amicizia e di stima dei colleghi (alcune anche molto sincere e sentite, in verità) sono un apparato scenico per una realtà ineluttabile, la fine di una fase importante della vita di una persona; si pensa che il pensionamento sia l’anticipo della morte per molti, che non reggono a lungo senza il supporto delle abitudini quotidiane che il lavoro impone; e si ritiene anche che per le donne sia più agevole inventarsi una nuova dimensione in cui collocarsi per non sentirsi completamente inutili ed emarginati.
    
    Io so che la cerimonia di commiato dalla scuola mi pesa, molto più di quanto gli altri possano capire; ma non è per il distacco dai colleghi o per la proclamata solidarietà della direzione, che mi prende il magone; piuttosto per quella sparuta pattuglia di studenti, specialmente quelli più grandi, che aspettano davanti all’ingresso per testimoniare il loro dispiacere perché perdono una guida ed una compagna di viaggio: per quelli, piuttosto, il rammarico è forte; ma appartengono anche loro ad una realtà da cui mi devo staccare per muovermi in una nuova dimensione; gli abbracci, i baci, le lacrime, sono sinceri: domani mattina, con chi mi sostituirà, saranno presto solidali e concordi come lo sono stati con me; è solo legge di vita.
    
    Alquanto diversa è l’atmosfera ...
    ... familiare, dove si intrecciano opinioni e prospettive varie e non ben definite, vista anche l’ampiezza del “clan” che la mia frenesia di vita ha generato: due figli ormai più che adulti, sposati ed ognuno con due figli più che maggiorenni costituiscono, con me ed Oreste, mio marito, un gruppo di dieci persone che riempie un bel tavolo, alla gelateria dove andiamo per festeggiare la fine di un capitolo di vita o, si spera, l’inizio di un altro non meno importante, visto che ora ‘la nonna’ potrà forse essere più a disposizione della famiglia: quindi l’atmosfera è allegra, quasi di festa, ricca di effusioni, carezze e belle frasi.
    
    L’unico immusonito è mio marito; ma al suo umore impossibile io sono avvezza da anni, i miei figli lo hanno accettato e lo sopportano; i ragazzi non ci fanno caso; quando Nicoletta, mia figlia, mi chiede con sguardi e gesti che succede a suo padre, le dico apertamente (sono famosa per la mia brutalità nel dire le verità) che lo spaventa l’idea di avermi tutti i giorni per casa e di non avere più lo spazio di movimento che prima si inventava; Franco, suo marito, chiede a cosa mi riferisco e, prima che possa rispondere, entrano nella gelateria due ragazzi, miei ex studenti, che conosco benissimo; Marco mi apostrofa con l’affetto di sempre.
    
    “Ciao, profia; allora ci lascia per sempre?”
    
    “Visto che vi siete diplomati, mi avreste lasciato comunque. Marco, questa è tutta la mia famiglia: non te li presento uno a uno ma capirai. Ragazzi, questo è Marco, ...
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