1. Con la zia in maremma - 1


    Data: 27/12/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: IlBaroneRosso, Fonte: Annunci69

    “Stazione di Grosseto. Stazione di Grosseto”.
    
    Un altoparlante gracchiava che erano arrivati.
    
    - Non avere fretta, è inutile, tanto è il capolinea - suggerì mammina.
    
    Con calma, come voleva lei, prese il suo zaino e la borsa da viaggio della mamma.
    
    Zia Wanda li aspettava all’uscita.
    
    Veramente, non è sua zia, è cugina di primo grado della mamma, però gli avevano detto di chiamarla zia e, dopo un po’, si era abituato a chiamarla così, zia Wanda.
    
    Lei abbracciò con calore la mamma. Non la smettevano più di accarezzarsi, di baciarsi. Non si vedevano da anni.
    
    Da ragazze erano sempre insieme, visto che oltre ad avere la stessa età, oltre che abitare insieme a Manciano, andavano a scuola insieme.
    
    Poi la vita, il matrimonio di mamma con un milanese purosangue, il lavoro, la famiglia e tutto il resto a Milano, avevano limitato i loro incontri a qualche funerale e a qualche matrimonio di parenti più o meno lontani.
    
    Finalmente si voltò per guardarlo.
    
    - Tu sei Francesco, vero?
    
    - Che bel ragazzone, sembri più grande – e rivolto alla madre – ma non ha solo quattordici anni?
    
    E al cenno di assenso di mamma aggiunse:
    
    - Maremma, sembri già un omo, sei più alto di me. Vieni, fatti abbracciare.
    
    La guardava, si sentiva impacciato, una donna giovane, alta come la mamma, bella come lei, anche lei con i capelli castani chiari, arricciolati. Più robusta di mamma e di carnagione più colorita, come tutte le persone che vedeva lì alla stazione e fuori: il colorito ...
    ... di chi vive all’aria aperta.
    
    Non si era mosso, restava lì imbranato mentre questa donna bella e giovane gli diceva di abbracciarla. E zia Wanda, senza aspettare la sua timidezza imbarazzata l’ha preso tra le sue braccia stringendolo tutto.
    
    Che bella sensazione sentirsi avvolto dalle sue braccia e stretto contro il suo petto, sentire il morbido e sodo delle sue tette contro.
    
    Se abbassava appena il viso, si ritrovava in pieno nella sua scollatura, il naso e la bocca a contatto con le sue mammelle.
    
    Una sensazione di dolce, di profumato, forse anche di saporito.
    
    Che voglia di baciarle, afferrarle con le mani e strizzarle.
    
    Da vero imbranato non fece niente, però.
    
    - Volete qualcosa, una bibita, un caffè, una fetta di torta? Oppure andiamo subito a casa? Ho la macchina qui fuori.
    
    - Grazie Wanda, in treno abbiamo mangiato i panini e bevuto l’acqua che ci siamo portati da casa. Andiamo dai. Non vedo l’ora di rivedere Manciano e la fattoria dove abbiamo passato i nostri anni da ragazze. E di far vedere a Francesco quanto è bella la nostra maremma.
    
    Mentre guidava, zia Wanda continuava a parlare con la mamma, di parenti, di amici di un tempo, di luoghi, e delle cose che erano successe a lei e alla famiglia.
    
    Zia Wanda aveva avuto diversi fidanzati, non si era mai sposata però, meglio essere libera, almeno finché “un trovi l’omo giusto, che fa pe ’tté”.
    
    - Hai ragione, Wanda. Che serve sposarsi, se poi ti trovi cornuta e sola, non appena una porcona qualsiasi ...
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