Il Castello: Una cenetta molto intima
Data: 24/06/2020,
Categorie:
scambio di coppia
Autore: Patrizia V., Fonte: EroticiRacconti
Detesto l’autunno in laguna: è umido come solo un autunno in laguna può essere. In più, tira vento e gli affari ristagnano.
Giulia è in collegio, la schiava è in vacanza dal marito cornuto, Jasmine si è trasferita a Roma, e siccome Eva ha sempre il naso nel laptop per studiare, io non ho nessuna per leccarmi la fica: mi tocca farmela a mano tutto il tempo…
L’Agenzia non è stata molto generosa nel liquidarci la missione al largo di Cap: almeno non se consideriamo che ha recuperato i lingotti della Banca d’Italia… Per noi c’è stato solo un bonus ridicolo.
Tipico del governo italiano.
L’agenzia immobiliare l’abbiamo liquidata: non riuscivo più a starle dietro abbastanza, e Eva non può passare tutto il suo tempo online a seguire i miei affari; tanto non rendono neanche abbastanza da giustificare lo sforzo, con il mattone bloccato di brutto e la crisi che non accenna a faci vedere la luce in fondo al tunnel.
Finisco di fare le piccole manutenzioni quotidiane in coperta, controllo i cavi d’attracco che ci tengono al sicuro legati alla banchina del Lido, e torno di sotto mentre ricomincia a piovere.
Mi fermo a guardare la mia ragazza che studia diligentemente al tavolo del quadrato, il naso immerso nello schermo del laptop nuovo, e mi lascio sfuggire un sospiro di tenerezza…
Eva è sempre più bella.
I lunghi capelli biondi le ricadono ai lati del viso mentre si aggiusta gli occhiali da lettura sul nasino all’insù e fa una smorfia cercando di interpretare le ...
... tabelle che sta studiando per l’esame di psicopatologia…
Indossa solo una camicetta bianca, generosamente aperta sul davanti a mostrare i seni pieni e sodi che ormai si sono assestati in una terza di reggiseno quasi piena.
Le gambe nude sfuggono da sotto i lembi della camicia e si estendono per un paio di chilometri sotto il piano del tavolo, snelle e eleganti come quelle di una modella.
Con un piede si strofina la caviglia, con un gesto flessuoso che mi fa fremere di desiderio.
Mi appoggio allo stipite dell’ingresso e lascio che una mano s’insinui nelle mutandine… Sospiro quando le mie dita trovano il clito nel cespuglio umidiccio del pube e cominciano a tormentarlo.
Mi masturbo lentamente, osservando in silenzio la mia ragazza che studia ignara delle mie turbe da ninfomane ultraquarantenne frustrata.
I capezzoli mi fanno male: sono eretti e durissimi, e protrudono attraverso la canotta che indosso abitualmente quando sono a bordo, tendendo il tessuto sintetico con abbastanza forza che potrei anche appenderci un quadretto. Senza smettere di sgrillettarmi, mi porto la mano libera al seno e comincio a giocare anche con i capezzoli.
Eva accavalla le gambe chilometriche, e a me sfugge un debole lamento nel vedere che è ancora senza mutande da stamattina.
Mi piace da impazzire…
Con la sinistra mi pizzico un capezzolo mentre con la destra accelero la masturbazione. Ho bisogno di un orgasmo: un bisogno disperato…
- Oohhh…
Vengo con un brivido: un ...