Evoluzione di una segretaria perfetta
Data: 16/06/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Sensazioni
Autore: lokrost, Fonte: RaccontiMilu
– Le dispiacerebbe alzarsi un momento e venire di fronte la mia scrivania? – domanda abbassando gli occhiali per potermi scrutare meglio.
Pensavo il colloquio ora sarebbe finito con il classico “le faremo sapere” e me ne sarei andata senza ricevere più risposta, come già successo ormai in innumerevoli colloqui.
Con portamento professionale e senza scompormi troppo, mi alzo quindi dalla poltrona in pelle e come fossi su una stretta passerella, mi avvio verso la scrivania dell’uomo.
– La prego di fermarsi. – fa una pausa e poi, appoggiando gli occhiali sulla scrivania, dopo aver congiunto le mani e appoggiato i gomiti prosegue – torni a sedere e ripeta tutto da capo.-
Mi sorprendo per questa strana richiesta ma comunque, eseguo senza darci troppo peso. Mentre torno verso la poltrona l’uomo prosegue :
– Mi raccomando, questa volta sia naturale nei movimenti e non un freddo robot. Deve essere se stessa, disinvolta e…. si sleghi i capelli e si tolga la giacchetta – conclude la frase marcando bene le ultime parole.
Una volta seduta, slego quindi i capelli e tirando indietro la testa, con una mano cerco di sistemarli alla veloce.
Un colpo di tosse, deglutisco e dopo aver aperto i tre bottoni della mia giacchetta più elegante che avevo nell’armadio, la lascio scivolare lungo le braccia, lasciandola cadere sulla poltrona nel mentre che mi alzo.
– Quel colletto della camicia, così stretto! Non la sta strozzando? Se lo apra per cortesia. –
Questa strana ...
... confidenza e queste attenzioni verso la mia persona, mi stanno piano piano smontando il grosso muro di freddezza e distacco che mi ero posta di mantenere in ogni colloquio, così da poter sembrare una persona seria ed affidabile.
Faccio finta di essere a casa, faccio finta di essere scalza e di andare in cucina e non verso la scrivania del mio ipotetico futuro capo, mi apro il colletto di alcuni bottoni ed una volta di fronte a lui, mi appoggio con entrambe le mani sul piano freddo e scuro della grossa scrivania.
Solo allora, fissando il volto dell’uomo, mi rendo nuovamente conto di dove sono e tutta la mia disinvoltura, cade nuovamente, sopraffatta dalla tensione e dall’agitazione del colloquio.
Mi stacco quasi spaventata dalla scrivania e ricomponendo la mia postura, torno sull’attenti, come fossi parte di un plotone militare.
– Signorina, era perfetta, dovrebbe essere così disinvolta sempre. Qui vogliamo persone serie, affidabili ma soprattutto molto disinvolte. – dicendo così, si alza quindi dalla sua lussuosa poltrona e facendo il giro della scrivania mi raggiunge.
Una volta di fronte a me, sovrasta la mia piccola e fragile figura con il suo metro e novanta fasciato in un completo molto elegante ed una cravatta sgargiante.
Mette quindi le mani in tasca e senza togliermi gli occhi di dosso prosegue :
– Signorina, al mio fianco necessito di una persona seria, professionale, ma come ho detto poco fa, deve essere molto disinvolta sia con me che con i nostri ...