1. Amore anale


    Data: 16/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Robin, Fonte: RaccontiMilu

    Camilla era meravigliosa, in quella posizione. Il bello di vivere in una mansarda con tetto in legno è poter legare agevolmente le proprie partner. Quello avevo appena fatto. Due corde di medie dimensioni scendevano dai due chiodi che avevo fissato nella trave centrale. Scendevano, fino a incontrare i polsi di Camilla; fino a chiudersi intorno ai polsi di Camilla.
    
    Era ancora vestita come quando era entrata in casa mia, nonostante fossimo rimasti per almeno un’ora sul divano a baciarci e stringerci forte. Molto forte. Avevo proprio voglia di vederla nuda, e la cosa sarebbe successa molto presto.
    
    Le avevo legato sono le braccia, lasciando libere le sue bellissime gambe. Nei prossimi incontri, pensai, dovrò sperimentare qualcos’altro. Intanto, però, dovevo ancora godermi pienamente quel nostro primo e inaspettato incontro, in cui avrei realizzato il mio grande sogno degli ultimi anni: condurre una ragazza sessualmente appagata verso un piacere ancora più grande: il piacere anale.
    
    La sottomissione era tanto indispensabile, quanto fasulla. Prima di legarle le braccia in quella posizione, Camilla non era stata la mia schiava; né la cosa mi sarebbe piaciuta. Né la cosa succederà mai. Ma in quel momento, in quel momento bellissimo che vi sto raccontando, sapevo che lei era mia: stavamo giocando insieme; e, come in ogni vero gioco, eravamo tutti e due serissimi e concentratissimi.
    
    ‘Sei sicura?’, le chiesi prima di bendarle la bocca. Mi rispose solo con un cenno della ...
    ... testa. La sentii tremare, ma solo leggermente, mentre le stringevo la benda dietro la nuca.
    
    ‘Adesso la cosa ti piacerà, tesoro mio’, la rassicurai.
    
    Era bellissima, come al solito. Più del solito. Era solo mia, come non speravo più potesse succedere. Le avevo già tolto le scarpe coi tacchi; in quel modo, riuscivamo a guardarci perfettamente negli occhi. Era alta esattamente quanto me; ma molto, molto più magra. Le sfilai la gonna senza troppi indugi; adesso indossava solo la biancheria intima. Le tolsi di dosso il reggiseno dopo averlo tagliato con un temperino. Ecco, indossava solo il perizoma nero che tante volte avevo intravisto sotto i pantaloni bianchi.
    
    Riuscivo a non far esplodere il mio uccello, chiuso in boxer strettissimi; ma solo a fatica. Mi avvicinai a lei, fino a poter sentire i battiti del suo cuore e il calore della sua pelle. La leccai dalle guance ai capezzoli, lentamente e senza tralasciare nessun millimetro della sua pelle.
    
    Ma era davvero troppo, anche per me. Non potevo continuare così a lungo, senza soddisfare almeno il senso della vista. Iniziai ad accarezzare lungamente le cosce tonicissime. I glutei che intuivo essere perfetti, e che volutamente avrei guardato per ultimi.
    
    I capelli scuri di Camilla sembravano particolarmente splendenti, sotto la luce blu della mia mansarda. Mi chiesi se quell’abbronzatura che rendeva ancora più scura la sua pelle mediterranea sarebbe durata a lungo; mi chiesi quante more hanno occhi azzurri così belli. E, alla ...
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