1. Strip poker


    Data: 12/06/2020, Categorie: Autoerotismo Incesti Lesbo Autore: Shainas, Fonte: RaccontiMilu

    Una strana vertigine era in me.
    
    Giocavamo da 2 ore a strip poker, eravamo tutti mezzi nudi, io indosso avevo solo le mutandine.
    
    I patti erano che ci saremmo fermati prima di fare cose troppo compromettenti. Ma l’alcool, oltre ad abbassare la linea di vergogna, aveva abbassato anche quella delle inibizioni. E circolava molta adrenalina, c’era un sommesso odore di sesso come se un’orgia fosse imminente.
    
    Persi, e improvvisamente persi come d’incanto la protezione dell’ebbrezza alcoolica. L’inquietudine e il disagio tornarono a galla, ma l’eccitazione non era andata via, quasi a prendersi gioco delle mie debolezze.
    
    C’era anche il mio ragazzo di allora, che aveva organizzato tutto. Mi pose una scelta terribile, che rivelò quel che aveva organizzato fin dall’inizio. ‘Toccati fino a raggiungere l’orgasmo, oppure… limona con tua sorella.’ Claudia sbarrò gli occhi, ed era bellissima anche così. L’amavo segretamente, e solo Andrea (il mio ragazzo), lo sapeva intuitivamente. E si divertiva a giocare colla mia fantasia proibita. Ma non sarebbe stato così, non davanti a tutti. Andrea sapeva che non l’avrei mai fatto davanti a tutti e tanto meno di fronte a lui, che dentro di sé godeva del momento: ma sapeva di avermi messo di fronte ad una situazione umiliante, e non era finita.
    
    Lentamente, infilai una mano dentro le mutandine. Non mi era stato chiesto di togliermele, ma anche così, era abbastanza. L’altra mano la posai sul seno sinistro, pizzicandomi il ...
    ... capezzolo.
    
    Gli occhi di tutti erano su di me. Io li chiusi, riuscendo così a sostenere la situazione. Il peso degli sguardi era ancora tangibile. La mia fica iniziava a bagnarsi.
    
    C’era molto silenzio, e sentivo un respiro più forte degli altri. Socchiusi gli occhi, sapendo già dove guardare. Mia sorella mi fissava, e non indovinavo i suoi pensieri. Sembrava quasi spaventata, ma non tremava. Forse era spiazzata dalla situazione. Più grande di me di due anni, era però molto più ingenua. Aveva 23 anni, e non aveva avuto ancora alcun esperienza sessuale. Una lunga storia-non storia con un suo amico storico, con cui si scambiò qualche bacio e qualche piccola effusione.
    
    Richiusi gli occhi, mi chiesi se mi stavo comportando bene con lei. Non ero solita farmi queste domande, ho sempre vissuto la vita come veniva, convinta che la sofferenza &egrave una cosa inevitabile della vita, dalla quale ci si può sempre rialzare. Con lei era diverso, avevo sentimenti ambigui verso di lei, cose che non ammettevo del tutto nemmeno a me stessa. Avevo avuto una sola esperienza lesbica qualche anno prima, che era rimasta isolata, nella quale c’era stato un coinvolgimento solo fisico. Con lei era il contrario, provavo un sentimento di tenerezza che sconfinava quasi nell’innamoramento. Non ho mai capito perché.
    
    Quando riaprii gli occhi, lei cercava di guardare da un’altra parte, ma alla fine i suoi occhi tornarono sui miei. Venni, quasi urlando. Per me gli altri erano praticamente spariti, ne sentivo le ...
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