1. Diario di prigionia


    Data: 11/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    Comincio a scrivere questo mio diario di prigionia, cinque giorni dopo, perché prima di allora non ho avuto a disposizione carta e penna.
    
    Credo almeno che il mio primo giorno sia stato il 7 Maggio 2006, perché sono stata rapita e narcotizzata sabato 6 Maggio, all’incirca alle 7,30 di sera.
    
    Suppongo di aver dormito tutta la notte e parte del giorno successivo.
    
    Quando mi sono risvegliata, l’orologio appeso al muro segnava le tre e quindici e, dalla luce che filtrava dalla piccola apertura, tra una parete ed il soffitto, ho dedotto che fosse giorno, quindi, sembrandomi strano aver dormito più di ventiquattro ore, ero ragionevolmente sicura che fossero le 15,15 del 7 Maggio 2006, ammesso che questo abbia importanza.
    
    Non ho alcuno strumento per valutare il tempo, perché ogni elemento che faceva parte della mia vita normale, precedente al mio rapimento, è sparito.
    
    Sono stata privata dei vestiti, delle scarpe e perfino della biancheria.
    
    è sparita anche la mia borsetta, l’orologio da polso, il cellulare, gli anelli, il bracciale e addirittura la medaglietta con Santa Rita (si chiama come me), che portavo al collo da quando ho fatto la prima comunione.
    
    Sono completamente nuda, chiusa in una stanza disadorna, che non avevo mai visto prima.
    
    Veramente qualcosa ho indosso: degli anelli di ferro intorno a polsi e caviglie.
    
    Me li devono aver messi quando non ero cosciente e ora sento il fastidio del metallo freddo stretto intorno alla mia carne.
    
    Hanno una ...
    ... forma ovale e sono così serrati che è impossibile spostarli o farli ruotare.
    
    Quello che mi cinge la caviglia destra ha un grosso gancio a cui è attaccata, tramite un lucchetto, una robusta catena.
    
    Seguo con lo sguardo le sequenza di maglie saldate tra di loro e vedo che termina sulla parete opposta, fissata ad un robusto gancio chiuso, ancorato nel muro.
    
    Sono su un letto piccolo, poco più che una brandina, e quando mi tiro su, mettendomi a sedere, devo puntellarmi con le braccia, perché mi gira la testa.
    
    No, non è un sogno, sono sveglia, perfettamente sveglia, anche se stordita e con un forte mal di testa.
    
    Ho fame, ma non vedo nella stanza nulla da mangiare, e così torno a sdraiarmi.
    
    Il primo pomeriggio lo passo distesa sul letto, cercando di capire cosa mi sia accaduto e, soprattutto, cosa mi accadrà in seguito.
    
    Sono mezza assopita, quando sento il rumore di una serratura che gira: la porta della stanza si è aperta ed è comparso un uomo.
    
    Come colpita da una scossa elettrica, mi alzo in piedi, di colpo.
    
    L’orologio segna le otto precise.
    
    La catena alla caviglia sferraglia con un rumore lugubre e l’uomo si volta verso di me.
    
    Ha in mano un vassoio con dentro un piatto pieno di cibo.
    
    L’odore della roba cucinata mi colpisce forte allo stomaco e mi ricorda che sono più di ventiquattro ore che non metto nulla sotto i denti.
    
    L’uomo posa il vassoio sul tavolino e viene verso di me, allora mi ricordo di essere nuda e, istintivamente, cerco di coprirmi ...
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