1. Destinazione discoteca


    Data: 08/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: xilia82, Fonte: RaccontiMilu

    Il tuo primo messaggio mi è arrivato alle 20.50.
    
    Mail del 09/07 h. 20.50: “Destinazione discoteca. Indossa la camicia bianca, senza reggiseno, né pantaloni né gonna, e le scarpe con il tacco più alto che hai.”
    
    La camicia è piuttosto trasparente, con una linea svolazzante, almeno così la definiva l’annuncio, un po’ più stretta in vita e leggermente bombata in fondo. Mi arriva appena sotto i glutei ed evidentemente andrebbe indossata con un paio di pantaloni o una gonna attillata. Nello specchio invece sono le mie gambe nude a far bella mostra di sé, affusolate e slanciate grazie ai tacchi alti delle scarpe aperte, molto sexy, con un doppio cinturino che sale incrociandosi più volte su stinco e polpaccio (da vestale, le definisco io; da troia, l’ex-ragazzo che me le ha pagate).
    
    Provando a chinarmi il vestito è salito fin alla cintura. ‘Porca puttana’, ho pensato.
    
    Sono scesa in strada intenzionata ad andare ad allettare gli avventori notturni di una discoteca che perlomeno non sia nella mia città.
    
    Mentre aprivo la portiera dell’auto mi è arrivata la seconda mail della serata.
    
    Mail del 09/07 h. 22.24: “Togliti le mutande, immediatamente.”
    
    Penso di aver sbuffato. Ho afferrato i lati degli slip e li ho fatti scivolare fino alle caviglie, per poi sfilarmeli da un piede per volta.
    
    Alcuni pensionati assembrati come sempre lì di fronte mi hanno guardata esterrefatti (ma la parola esterrefatti non rende abbastanza). Ho sorriso loro salutandoli con la manina e mi ...
    ... sono rifugiata nell’abitacolo. Gli slip sono rimasti abbandonati sul sedile del passeggero.
    
    Ho guidato sforzandomi inutilmente di non pensare a quel che sarebbe di lì a poco successo.
    
    Davanti alla discoteca c’era la solita ressa.
    
    Avvicinandomi ho constatato con sollievo che c’erano parecchie ragazze vestite, o meglio svestite, quanto me; peraltro perfettamente a loro agio. Io, meno.
    
    Ferma in coda sulla scalinata d’ingresso ho iniziato a sentire i risolini idioti di quelli dietro.
    
    Se n’erano accorti.
    
    Inoltre gli scalini d’acciaio che salivamo con infinita lentezza facevano da specchio. Non avevo assolutamente modo di coprirmi.
    
    Il gigantesco buttafuori, finalmente raggiunto all’ingresso, mi ha squadrata da testa a piedi e con un cenno mi ha fatta entrare direttamente evitando la cassa. Con un altro cenno mi ha fatto capire che dopo avrei dovuto ricambiare.
    
    Mail del 09/07 h. 23.38: “Slacciati i primi 4 bottoni della camicia.”
    
    Ho ubbidito mentre un ragazzotto pompato da chissà quale sostanza cercava di circuirmi. Vedendo l’interno dei miei seni esposto al suo e agli altrui sguardi, si è impappinato. Ne ho approfittato per sgattaiolare via.
    
    Mail del 10/07 h. 00.35: “Vai in pista, scatenati, e stacci con chiunque ci provi.”
    
    In pista c’ero già. Era l’unico luogo dove il bestiario variegato di arrapati faticava di più ad attaccar bottone.
    
    Di fronte a me un ragazzo sulla trentina, un pizzico sopra la media a livello estetico, già da un po’ cercava ...
«123»