1. Giocare a nascondino


    Data: 04/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    Io e Caterina ci eravamo nascoste in cantina, per avere un po’ di intimità.
    
    Il colonnello che comanda l’ospedale da campo, sicuramente non avrebbe approvato il nostro comportamento. è un po’ che andiamo avanti, qualche mese, forse è perché non ne possiamo più di stare in mezzo agli uomini: è dura passare le giornate e le notti circondate da uomini feriti, ammalati, invalidi, che mostrano sempre il loro lato peggiore.
    
    Io sono molto giovane, ho solo vent’anni e due anni fa, quando avevo appena terminato la scuola per infermiere, mi sono arruolata, per difendere la patria, pensavo.
    
    Caterina invece ha quarant’anni, in passato aveva frequentato la facoltà di medicina, così le hanno fatto fare un breve corso e l’hanno mandata a rimettere insieme i pezzi dei nostri soldati feriti al fronte.
    
    La prima volta che lei mi ha toccata sono rimasta di sasso, non avevo capito, ma Caterina è stata molto dolce e paziente, così non sono scappata, poi, con il tempo mi è sembrato tutto naturale.
    
    Ho ancora addosso il calore delle sue carezze, il sapore dei suoi baci, ma tra un po’ dobbiamo prendere servizio e dobbiamo rivestirci.
    
    è stato bello restare attaccate l’una all’altra, i miei piccoli seni seni contro i suoi, molto più grandi, mentre ci toccavamo per darci piacere a vicenda.
    
    Il trambusto proveniente dal piano terra, che ci arriva attutito ed ovattato, ci spinge a velocizzare i nostri preparativi.
    
    Ma quando risaliamo la scaletta che dalle cantine porta nel grande ...
    ... atrio della villa che l’esercito ha requisito per farne un ospedale dietro la prima linea, restiamo sorprese.
    
    ‘Accidenti, Anna,’ mi dice preoccupata Caterina, ‘devono avere evacuato, l’altro giorno il colonnello si diceva preoccupato perché eravamo troppo vicini alla prima linea, a rischio di un contrattacco nemico.’
    
    Ed ora che facciamo? ci hanno lasciate qui, accidenti, penso io.
    
    Poi li abbiamo visti. Sono dall’altra parte del salone d’ingresso ed anche loro hanno notato la nostra presenza.
    
    Alziamo le mani, perché uno di loro, imbracciato il mitragliatore, ce lo ha intimato, con un accento straniero e stentato.
    
    è una cosa assurda, surreale, perché noi siamo due donne inermi, due infermiere, con la cuffia bianca con la croce rossa ricamata sul davanti, la camicetta bianca, la gonna blu e sopra il grembiule bianco con il bordino blu, due infermiere con le calze bianche da infermiera e gli zoccoli bianchi da infermiera. Non abbiamo né armi né bombe a mano, non siamo certo un pericolo per loro.
    
    Il guaio è che sono i soldati
    
    , hanno una divisa di un altro colore, insomma sono i nostri nemici.
    
    Questa guerra si sta rivelando più sporca e cattiva di tante altre, le voci che ci arrivano dai combattenti feriti, parlano di pochi prigionieri, perché spesso, sia di qua che di là, i nemici catturati vengono uccisi.
    
    Ma la sorte peggiore sembra spetti alle donne, che, se giovani o comunque attraenti, vengono prima violentate dai soldati.
    
    Siamo circondate da una ...
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