1. Vernorexia


    Data: 03/06/2020, Categorie: Etero Autore: euterpe85, Fonte: RaccontiMilu

    È una domenica di fine marzo. Uno di quei giorni di marzo quando il sole splende caldo e il vento soffia freddo: quando è estate nella luce, e inverno nell’ombra.
    
    Io e lui amiamo esplorare antiche dimore abbandonate. Amiamo il senso di mistero, di decadenza, di pace che le circonda. La storia che trasuda dalle loro mura.
    
    Ci fermiamo davanti a un’antica cancellata in ferro battuto, ormai arrugginita e invasa dall’edera. Al di là di essa, si intravede una grande villa in stile liberty, di un tenue color crema sbiadito dal tempo.
    
    Lui scende dall’auto e, prima che possa farlo io, fa il giro davanti e mi apre la portiera. Adoro questi suoi piccoli gesti di galanteria. È sempre stato fuori dal tempo. Seppur giovane, ha una mente profonda e un’educazione d’altri tempi, unite a una pelle d’alabastro, un fisico slanciato, un ribelle ciuffo castano scuro come i suoi occhi, in cui colgo sempre una punta di malinconia.
    
    La camicia di cotone azzurro con le maniche arrotolate fino ai gomiti gli dona, così come i pantaloni beige, che gli mettono in risalto gambe toniche.
    
    Le sue lunghe dita da pianista mi invitano a porgergli la mano e un momento dopo sono in piedi di fronte a lui. Mi guarda negli occhi e sorride, un sorriso complice e malizioso il suo. “Sono sicuro che questo posto ti piacerà”, dice, per poi poggiare le sue labbra sulle mie, in un casto bacio.
    
    Sempre tenendomi per mano, appoggia l’altra su un lato del cancello, spingendolo per aprirlo. Cede con qualche ...
    ... cigolio e finalmente entriamo. La villa sembra in buono stato, nonostante sia abbandonata da decenni. Porte e finestre sembrano chiuse ermeticamente, purtroppo sembra proprio che non riusciremo ad esplorare i suoi interni. Dopo averne ammirato la facciata e i suoi balconcini, con trame in ferro che sembrano riprendere l’intreccio dei rami dei rampicanti che si propagano sul lato sinistro della villa, giriamo attorno alla sua struttura per arrivare sul retro e trovarci davanti qualcosa di inaspettato: una fontana in pietra con al centro una riproduzione in scala ridotta della celebre scultura Apollo e Dafne del Bernini. Scorre ancora qualche rivolo d’acqua dalle bocchette della fontana. La superficie sottostante è ricoperta da ninfee. Rimaniamo ad ammirarla rapiti per qualche minuto, in silenzio.
    
    Poi qualcos’altro attira il mio sguardo: tre splendidi ciliegi in fiore in fondo al giardino. Lascio la mano di lui e mi dirigo sotto le loro fronde, chiudendo gli occhi, inspirandone il profumo, godendomi il venticello tiepido che fa cadere qualche petalo sul mio viso.
    
    “Quanto sei bella…”, mi sento sussurrare all’orecchio. Si era avvicinato in silenzio e ora le sue braccia mi stringono, mentre appoggio la testa all’indietro contro il suo petto.
    
    La sua mano destra raggiunge la mia guancia sinistra e mi fa voltare delicatamente, per poi catturare la mia bocca con la sua. Gioca con le mie labbra, succhiandole, mordicchiandole. Poi le nostre bocche si schiudono e si lasciano andare ...
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