1. Prigioniera politica


    Data: 01/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    Il colonnello mi sorride mentre parla, ma purtroppo non sono dello spirito adatto per apprezzare la cosa.
    
    Mi trovo in prigione, in una stanza sotterranea della vecchia fortezza ormai da circa 24 ore, seduta ed immobilizzata su una specie di sedia di ferro.
    
    Immaginate una sedia da giardino in ferro battuto, però questa è molto più robusta e pesante ed è dotata di robuste cinghie di cuoio, che mi tengono bloccate le caviglie alla base delle zampe anteriori ed i polsi sui braccioli, anch’essi di ferro.
    
    Dopo un giorno ed una notte, trascorsi senza poter cambiare posizione, il mio umore non è dei migliori, in più, ho freddo, perché, quando sono entrata nella fortezza mi hanno privata dei vestiti, sostituiti da un rozzo abito grigio verde, che dovrebbe essere, suppongo, la divisa carceraria.
    
    Mi sono dovuta spogliare completamente, davanti a parecchie guardie maschi, che mi hanno fatto aspettare, completamente nuda, per più di un’ora, con la scusa che non trovavano la divisa della mia taglia. è finito tutto in una busta di plastica nera: soprabito, vestito, borsa, scarpe, calze ed anche la biancheria intima. Neanche l’orologio e gli orecchini mi hanno lasciato.
    
    I loro sguardi mi facevano provare sensazioni strane ed inquietanti, ero lì, davanti a loro, nuda ed indifesa,una preda, praticamente.
    
    Io non sono brutta ma neanche posso definirmi il tipo che fa girare gli uomini per strada: piccola di statura, magra, con un viso anonimo contornato da capelli castani ...
    ... lisci, occhi marrone ed il naso un po’ grande, niente di speciale, insomma. Il mio pezzo forte è il seno, sodo e sporgente, ma in genere viene notato solo quando al mare mi metto in costume, allora gli uomini mi guardano con occhi diversi, come se volessero dire: ‘però, chi l’avrebbe mai detto che avevi queste belle tette.’
    
    Anche in questo caso, il loro sguardo era di quel tipo, però lo sentivo molto più aggressivo, come se fossero consapevoli che una volta in prigione, io fossi totalmente in loro potere.
    
    Il colonnello parla ma io fatico ad ascoltarlo. La mia mente vaga, pensando a cosa mi accadrà.
    
    Anche un bambino capirebbe quale sarà il mio destino: quando ti prende lo ‘squadrone politico’ sai già che ti tortureranno fino a farti dire ogni cosa che sai e probabilmente, dopo, ti ammazzeranno.
    
    Ho solo 32 anni e non voglio morire adesso e male.
    
    Ho freddo, ho fame e vorrei lavarmi.
    
    Mi hanno dato da mangiare una roba schifosa ieri sera, senza neanche slegarmi.
    
    Un secondino ha poggiato una tavoletta di legno sui miei avambracci e sopra ci ha messo due ciotole, una con dell’acqua e l’altra contenente un impasto di patate scotte e pane raffermo.
    
    Ho dovuto mangiare con la bocca, piegando il collo verso il basso, ma la cosa più difficile è stata bere usando la lingua come gli animali.
    
    ‘Signorina, mi sente?’
    
    Il colonnello ha alzato la voce, evidentemente si è reso conto che ero distratta.
    
    So che è un colonnello, non perché me lo ha detto, ma perché conosco ...
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