1. 194 – Sabrina ed il fratello bastardo – Seconda sottomissione


    Data: 24/12/2017, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Avevo fatto quelle cose solo per compiacere lui e mi era rimasto dentro una sorta di dispiacere e di frustrazione assoluta. Rammento le mie ginocchia umide e sporche, la lunga doccia fatta appena rientrata in casa, le sue parole di scherno e la mia voglia di prenderlo a sberle. Rimasi sotto l’acqua calda parecchio tempo, per ripulire la mia anima ancor prima del mio corpo. L’unico neo di tutta quella storia era rappresentato dal fatto che ero combattuta tra la vergogna ed il fine piacere fisico e cerebrale che in quei momenti mi aveva attraversato la mente e si era impossessato dei miei sensi. Il vedere che altri mi guardavano mentre io servilmente ottemperavo ai turpi desideri di mio fratello, era stato fortemente eccitante, elettrizzante, amavo esibirmi, era nella mia natura, ma l’avevo sempre fatto da sola, magari indossando abiti un po’ troppo audaci, oppure mostrando le cosce e le mie mutandine mentre distrattamente con aria di sufficienza parlavo con qualche bel maschietto seduto di fronte a me. Ma uno show come il pompino a Cesare, non l’avevo mai fatto. Ricordo una volta, con un ragazzo in macchina, che mentre gli stavo succhiando l’uccello si era avvicinato uno che si era limitato a guardare ed a menarsi il cazzo; io mi sollevai subito, mi coprii ed invitai il mio partner a mettere in moto e ad andarcene di filato. Dopo la doccia quella sera estrassi dal mio nascondiglio segreto un libricino comprato qualche anno prima, con le pagine sgualcite, ormai consunto ...
    ... dall’uso, sul quale vi erano disegni in bianco e nero che raffiguravano donne torturate, umiliate, possedute e derise da uno o più uomini. Sotto le raffigurazioni, il racconto e le minuziose descrizioni delle gesta dei protagonisti. Mi masturbai selvaggiamente e come una pentola a pressione poco prima che si apra la valvola di sfogo, venni stritolando fra le cosce le mie dita peccatrici.
    
    Prima di addormentarmi, a mente fredda, finalmente rilassata, pensai ancora a quel pomeriggio in centro. Avevo forse toccato il fondo?
    
    Alla luce di quanto sto per raccontarvi vedrete che il fondo era ancora molto lontano da raggiungere.
    
    Trascorse circa una settimana dal primo fattaccio, quando un pomeriggio, suonarono alla porta, lui mi disse, con il solito modo autoritario e dispotico’.
    
    ‘Vado io tu stai a cuccia!!!’
    
    Lo sentii aprire l’uscio e parlottare con qualcuno, poi ritornò accompagnato da un paio di uomini. Di età avanzata, ma indefinibile, erano malvestiti, entrambi con i capelli lunghi che sembravano non aver più incontrato acqua e shampoo da parecchi mesi. Anche le loro mani erano impregnate di sporcizia, specie sotto le unghie lunghe e non curate. Si avvicinarono, sentii l’afrore che emanavano, uno dei due doveva essere un avvinazzato, lo si intuiva dal naso gonfio in punta, bitorzoluto e soprattutto paonazzo. Entrambi avevano gli occhi lucidi, persi nel vuoto, inespressivi e vacui. Non mi alzai dalla mia poltrona e nemmeno mi avventurai a stringer loro la mano. Cesare si ...
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