1. Guardone


    Data: 26/09/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Spesso le cose più incredibili ci accadono casualmente: credo che tutti ne abbiamo avuto la prova una volta o l’altra nella vita.
    
    Quello che sto per raccontare accadde un giorno di luglio, nel tardo pomeriggio. Il sole era quasi al tramonto, ma faceva ancora un caldo terribile e e non c’era nessuno in giro.
    
    Stavo tornando dal mio allenamento in palestra… Tranquilli, non sono né un culturista, né un patito della forma fisica: diciamo che mi piace tenermi in forma, vado in palestra mediamente tre volte a settimana e ho maturato un fisichetto di tutto rispetto. Del resto, se voglio invitare qualcuno a guardarmi e ad appetirmi, devo presentargli qualcosa di invitante.
    
    Ok, ho usato il maschile “qualcuno” e c’è il suo porco motivo: non serve che ve lo spieghi. E se non lo avete ancora intuito, lo capirete fra poco.
    
    Tornavo dalla palestra, dunque, ero tutto sudato e puzzavo da far spavento. Direte: ma non potevi farti una doccia, prima di andar via? Sì, potevo; ma si dà il caso che quel giorno per le docce e gli spogliatoi si aggirava un rompicoglioni, che trovavamo spesso a spiarci quando eravamo nudi per cambiarci o docciarci; niente di che, se si fosse limitato a quello: il guaio è che, nonostante gli insulti e le contumelie che si beccava, continuava a provarci, con una sfacciataggine senza pari. E siccome non avevo voglia quel giorno di mettermi a litigare, avevo preferito rivestirmi e tornare subito a casa.
    
    Col caldo esterno avevo ripreso a sudare come una ...
    ... fontana, per cui non vedevo l’ora di arrivare a casa e darmi il meritato sollievo di una doccia appena tiepida. Per accorciare il percorso, allora, avevo preso per un viottolo che passava dietro alcune villette, rasente la bassa staccionata che ne recintava il giardino. C’erano anche degli alberi, per cui, accaldato com’ero, fu con vero sollievo che accolsi la loro ombra. Mi sentivo unticcio di sudore gli slip fradici incollati alle chiappe, facendomi pentire di non essermeli tolti per indossare soltanto i pantaloncini di felpa leggera con cui mi ero allenato, e ci sarei stato senz’altro più fresco.
    
    Affrettai il passo, avvertendo maggiormente il fastidio, adesso che ci stavo pensando, quando mi giunse all’orecchio un leggero gemito, come qualcuno che si stesse lamentando. Mi fermai e mi guardai attorno: nessuno era in vista.
    
    Scrollai la testa e feci per riprendere il cammino, ma in quell’istante mi giunse un altro suono, un sospiro inequivocabilmente di goduria.
    
    Ringalluzzito da un immediato fremito di libidine, guardai meglio tutt’attorno e fu allora che mi accorsi di una finestra al piano terra, seminascosta da un grosso cespuglio di ibisco. Mi spostai per vedere meglio, ma la visuale era comunque offuscata per la maggior parte. Cercai una posizione migliore, ma niente: l’unica cosa evidente erano le imposte aperte, forse fidando nella copertura del cespuglio.
    
    Dopo un momento di esitazione, visto che di andar via non se ne parlava neanche, ormai incuriosito com’ero, ...
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