1. La segretaria del mio capo


    Data: 27/05/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: ilcattivone, Fonte: RaccontiMilu

    Dopo mesi di promesse (anzi le chiamerei minacce) via email e communicator era finalmente arrivata la resa dei conti.
    
    La segretaria del mio capo era li davanti a me nella stanza d’albergo che avevo prenotato in centro a Milano. Fisico statuario, curve mozzafiato, visino d’angelo e lingua diabolica. Alta, fisico asciutto e atletico, una quarta soda come non ne avevo mai viste prima. Culetto brasiliano e cosce perfette. La cosa che mi faceva più impazzire era la sua caviglia sottile e tornita in quelle scarpe da gran troia.
    
    Mi guardava con aria di sfida con la sua camicetta un pò sbottonata che lasciava intravedere le due grandi tette che avevo sognato per gli utlimi sei mesi.
    
    Forse da li a poco sarei riuscito a metterci le mie mani sopra, ad affondarci il viso in mezzo e a succhiare quei capezzoli già eccitati.
    
    Ma con lei nulla era scontato.
    
    Sarebbe anche potuto finire con un nulla di fatto.
    
    Certo, da come era vestita sarebbe stato proprio un peccato. Bastava guardare le sue scarpe e la sua camicetta per eccitarsi. Ed infatti io lo ero. E i miei pantaloni non mi aiutavano certo a nascondere la mia eccitazione. Lei ogni tanto buttava un’occhio sul mio pacco rigonfio e mi guardava con una risatina.
    
    Eravamo li uno davanti all’altra.
    
    Io fremevo dal desiderio di metterle le mani addosso ma sapevo che non potevo.
    
    Mi avvicinai parlandole del più e del meno. Le girai un paio di volte intorno avvicinandomi sempre di più al suo corpo. Fino a che non mi ...
    ... fermai dietro di lei a un centimetro di distanza. Sentivo il miio pacco premere e spingere perch&egrave lo appoggiassi al suo sedere, ma ancora non era il momento. Quindi mi misi a parlarle con la mia bocca molto vicino al suo orecchio, raccontandole di quanto mi aveva fatto soffrire facendomi aspettare tutto questo tempo e che le avrei restituito pan per focaccia.
    
    Alla sua ennesima risatina mi tolsi la cravatta e con una mossa veloce le legai i polsi dietro la schiena.
    
    Poi tirai fuori dalla mia tasca una benda e le coprii gli occhi.
    
    Lei protestava, ma in realtà stava al gioco.
    
    Presi un bicchiere di ruhm e mi avvicinai di nuovo a lei da dietro.
    
    Stavolta mi appoggiai. Fortunatamente lei aveva le mani appoggiate all’altezza della vita e quindi riuscii ad appoggiare per bene la mia asta nel suo solco, facendole passare il mio braccio sulla pancia.
    
    Con l’altra le avvicinai il bicchiere sotto il naso facendole sentire il forte odore del ruhm.
    
    Poi gliene feci sorseggiare un pò mentre continuavo a muovere molto lentamente la mia asta nel suo solco.
    
    Quindi feci cadere un rivolino del prezioso liquido nella sua scollatura.
    
    Mi allontanai e presi il mio frusino, Una specie di mocio vileda con le strisce fatte di pelle.
    
    Mi avvicinai mentre lo facevo schioccare nel vuoto per farle sentire il rumore visto che non poteva vedere.
    
    Quindi cominciai a colpirla.
    
    Sul sedere, sulle gambe, sulla schiena e infine sulle sue grandi tette.
    
    I suoi capezzoli si stavano ...
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