1. La mia lei e la mia perversione a casa dei suoi…. (ep. ii)


    Data: 24/05/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Curiosissimoboy, Fonte: Annunci69

    Mentre siamo a pranzo il campanello comincia a suonare all’impazzata, mio suocero ed io ci alziamo incuriositi e un po’ preoccupati: è Roberto, il figlio. Abbracci e lacrime lo accolgono in un clima che, da serioso, è diventato sinceramente emozionato.
    
    Roberto è stato mio compagno i primi due anni delle superiori, adesso è un ragazzone, un militare che gira per l’Italia e per il mondo. Mary aggiunge subito un posto a tavola tra i due genitori, proprio di fronte a me. Ha un sorriso smagliante che risalta su quella barbetta nerissima di circa quattro giorni. Il pranzo va come doveva andare, tra mille domande e racconti. Ci alziamo da tavola che sono le 14:00, giusto per permettere a Roberto di riposare. Ma dove avrebbe alloggiato se ero io in camera sua? Prima che finissi questo pensiero, mio suocero toglie il dubbio chiedendo a me e al figlio di estrarre la brandina da sotto il mio letto: avremmo dormito nella stessa cameretta. Lo lascio da solo a riposare mentre, seduto comodamente sul divano, sentivo gli altri tre che in cucina parlavano su come organizzarsi, cosa cucinare e come coccolarlo in quei giorni e la lista dei prodotti che di lì a poco sarebbero andati a comprare.
    
    Il mio pensiero è uno solo: «proprio adesso che c’era stata una svolta, che avevo trovato un diversivo alla noia, arriva sto rompicoglioni a guastare tutto!». Mi appisolo con questo cruccio e con le loro voci in sottofondo. Mi risveglio col solito aroma di caffè: è mio cognato che si è svegliato. ...
    ... Faccio un cenno con la voce e lui: «ti alzi o te lo porto là il caffè?».
    
    Per non sembrare scostumato mi alzo per andare; metto le infradito,mi giro e lo vedo lì, in boxer, capelli arruffati, occhi stanchi e petto villoso. Nella sua mascolinità è dolcissimo con quella espressione e non posso trattenermi dal guardarlo con compiacimento.
    
    Parlottiamo un po’, ma mi viene da sorridere. Accortosi della mia espressione e chiedendomene il motivo me ne esco dicendo: «ma tu ti depili?»». Lui scoppia a ridere accarezzandosi il petto e rispondendo: «non mi pare». Per non sembrare stupidotto gli spiego la mia domanda facendogli notare che ha il perimetro della peluria molto definito. Lui non comprende e, per meglio spiegarmi, col dorso dell’indice percorro il contorno a cui mi riferivo. Come ipnotizzato lo faccio con estrema lentezza sentendo il petto muoversi per la respirazione che si stava facendo più profonda. Sento l’istinto di avvicinarmi di più, ma ormai avevo terminato la delimitazione. Il mio occhio va sui suoi capezzoli notando che anche lì si verifica la stessa cosa: non perdo l’occasione e passo anche lì intorno il mio dito suscitando l’inturgidimento e un sospiro di eccitazione. Sorridiamo entrambi e mentre sto per ritirare la mano mi sento sussurrare: «continua, eccitiamoci e seghiamoci come quando eravamo ragazzini». Con naturalezza tolgo la maglietta e continuo ad accarezzarlo guardandolo negli occhioni neri mentre lui intreccia una mano con la mia e con l’altra mi ...
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