1. Eiacolazione


    Data: 21/05/2020, Categorie: Erotici Racconti Gay / Bisex Sensazioni Autore: rosamara, Fonte: RaccontiMilu

    All’improvviso Stefano aprì gli occhi, la sveglia segnava le 7:03 e un tenue bagliore riempieva la stanza. L’insolito silenzio che sentiva ronzargli attorno stonava con la sensazione caotica che emergeva da un vago ricordo, un po’ annebbiabo, il quale stranamente pareva sospeso tra la verità delle cose e l’evanescenza delle stesse, lasciando il suo corpo immobile, impotente, incapace del più piccolo movimento, riusciva solamente ad accettare gli eventi e subirne gli effetti.
    
    Un battito delle palpebre, rapido e deciso, sembrò quasi opporsi all’abbandono estremo nel quale si trovava, si accorse allora che gli mancava qualcosa, ma non capiva né dove, né come, avvertì senza dubbio che una parte di sé era sbiadita a tal punto da rendere tutto diverso, da lasciare un vuoto forse fin troppo enorme, e ritrovarsi con un buco così esteso da negargli persino il più piccolo spazio di intimità.
    
    Chiuse di nuovo gli occhi. Un soffio di vento lambì il suo corpo, mentre un colpo sordo risuonò nella stanza, dopo poco cominciò a piovere. Le gocce cadevano pesanti, riusciva a sentirle addosso, inquiete grondavano sulla pelle, stranamente calde e disgustose, alzò lo sguardo, si sentì soffocare, poi uno schiaffo e all’impovviso tornò in sé.
    
    Fabio teneva il guinzaglio teso, il cuoio fremeva a contatto con la tenera carne umida zuppa di piscio, stava zitto, in piedi davanti la sua proprietà, con l’autorità di chi sa di avere il controllo sulle cose e se ne compiace orgoglioso.
    
    Sorrise ...
    ... soddisfatto, poi allentò la presa, getto il guinzaglio a terra e se ne andò.
    
    Qualcosa lasciava intuire che non ci sarebbe stata una fuga, scappare significava violare un vincolo non scritto che si basava sulla fiducia più che sul dominio e non vi erano motivi per cui potesse accadere, soprattutto dopo quella notte. La dipendenza instauratra tra loro, inizialmente fragile come vetro nel mare in tempesta, in poche ore era cresciuta a tal punto che il filo di seta che li legava aveva avvolto Stefano in una tela di ragno dal groviglio inestricabile. La loro unione fu solo un’inevitabile conseguenza del gioco di forze che i fili sospesi fatalmente esecitavano.
    
    Uno squillo del campanello destò Stefano di colpo, gli occhi sbarrati puntavano dritti verso la sveglia che segnava ora le 7:08, un leggero sudore e il fiato sospeso erano la sola flebile traccia di quel sogno, ormai eclissato, che lo aveva turbato non poco, si guardava intorno, disorientato, la stanza pareva roteare ad ogni suo sgardo, chiuse gli occhi, ancora gravido di quel delirio perverso.
    
    Dal corridoio provenivano delle voci, qualcuno stava parlando, poi la porta si chiuse in un colpo sordo vagamente familiare e vide Fabio che tornava con un gran vassoio.
    
    ‘Ehi signorina, hai dormito bene?’ gli chiese, sorridendo. ‘&egrave appena arrivato il cameriere, colazione in camera oggi e…questa &egrave per te!’, gli stava porgendo una rosa, in modo quasi romantico. Per un attimo l’incomprensione fu tale da creare un ...
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