LA VENERE E IL VILLANO (PARTE PRIMA)
Data: 09/04/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Sensazioni
Autore: Dunklenacht, Fonte: RaccontiMilu
... lungo quelle sponde.
L’uomo che cercavo venne a me navigando sopra quelle acque, proprio nel bel mezzo di quel mattino rossastro. Lo vidi piegato in due, mentre cercava di spingere in avanti una sorta di barchino di legno, simile a quelli che si usano nelle paludi. Quell’inusitata imbarcazione, però, per l’occasione, era carica di paglia e di foraggio per gli animali d’allevamento.
– Buongiorno, signor Mario! – gli gridai, sventolando il mio fazzoletto per salutarlo e per farmi riconoscere. – Da questa parte, la prego!
– Signorina, è lei l’aspirante? – mi disse l’uomo, il quale, sopra le braghe da contadino, portava una sorta di camicia sgualcita e un po’ strappata, che gli lasciava scoperto il petto peloso.
– Sì, vengo per quel posto di lavoro, vorrei essere la sua aiutante!
– Uhm… Però! Mi sembra troppo bello per essere vero! Lei è così ben fatta, così formosa e soda ‘ mormorò l’uomo, come parlando a se stesso. – Da dove viene?
– Da lontano, spero che non sia importante…
– Infatti: hanno importanza soltanto il suo aspetto, la sua presenza, la sua femminilità, oltre a quello che sa fare!
– Spero che lei non pensi che sono venuta per sedurla!
– E anche se lo pensassi?
– Venga, accosti di qua, mi faccia salire in barca.
Tutti chiamavano quel tizio Mario il Villano, perché era piuttosto volgare e rozzo, si esprimeva spesso in un dialettaccio locale, beveva vino, s’ubriacava e si divertiva un mondo a mettere i suoi parenti ed i suoi ...
... familiari sotto il tacco dei suoi stivali.
– Venga, signorina, salga sulla mia barca, si segga vicino a me, ché sono il suo rematore ‘ mi disse il Villano, toccandomi con le sue mani grandi e tozze.
– La prego, non mi dia tutta questa confidenza, ci siamo appena conosciuti!
– Allora, le spiego subito quello che dovrà fare per me: badare alla mia paglia ed al mio fieno, accudire i miei animali da cortile e coltivare il mio orto, nei limiti delle sue possibilità, senza rovinare il suo bel corpo… Poi, anzi, soprattutto, ci sarebbe anche un’altra cosa…
– Uh, com’è gentile! Ma suvvia, non mi tocchi i capelli in questo modo! A scompigliarmeli, basta il vento!
– Dice davvero? Ma se v’è a malapena una bava di brezza!
– Chissà quante volte mi toccherà sentire il contatto di queste mani sulla mia pelle, proprio come accade in questi attimi, in cui stiamo stringendo amicizia ‘ dissi sottovoce, ma l’altro mi sentì e rise, lasciando brillare sotto i primi raggi del sole i suoi grandi denti da contadino volgare.
– Dove va tutto questo carico? – gli chiesi poi, mentre navigavamo insieme in mezzo al fiume.
– è per la mia stalla, per le mie bestie e per le mie mandrie!
Il Villano aveva notato la mia gonna attillata, sopra il ginocchio, al pari della bella pelle soda delle mie gambe, che erano lunghe e non avevano un solo pelo. Mi sedetti sulla barca in modo da mostrargli com’ero fatta e soprattutto che ero scalza, nonostante non fosse estate; era ...