1. Io e nino


    Data: 29/03/2020, Categorie: Trans Autore: Danytrv, Fonte: Annunci69

    Sono nuova su A 69 e mi sono dilettata a leggere alcuni racconti notando che oltre a narrazioni di avventure molte raccontano della loro prima esperienza e così ho deciso di farlo anche io.
    
    Nell’adolescenza ho preso coscienza di me stessa, fino a quel momento era solo un sentire, un disagio.
    
    Al liceo invidiavo le mie coetanee, le vedevo fare le civette con i ragazzi, indossavano ciò che a me era proibito e mi infastidiva così per rivalsa cominciai ad andare a scuola indossando sotto i pantaloni i collant rubati a mia sorella, cosa che fino a quel momento avevo fatto solo al chiuso del bagno o quando ero sola in casa e mi lasciai crescere i capelli. Ovviamente nessuno sapeva cosa indossassi ma mi piaceva pensare di essere una di loro.
    
    A 17 anni arrivò nella mia classe un nuovo ragazzo, era alto, bello come un Adone e simpatico. Ogni volta che mi guardava con i sui occhi azzurri mi sentivo sciogliere, me ne infatuai!
    
    Le ragazze facevano a gara per farsi notare, si era inserito nel gruppo di pallavolo e così divenni tifosissima di quello sport andando a vedere tutte le partite e spesso rimanevo in palestra a guardarlo allenarsi. Quando mi rivolgeva la parola riuscivo a balbettare solo qualcosa d’incomprensibile per poi allontanarmi rapidamente. Una mattina mi fermò chiedendomi “ Senti, ho visto che sei il migliore della classe in matematica, non ho capito un cavolo di quello che ha spiegato la Prof. mi aiuteresti?” Lo guardavo dal basso verso l’alto, era molto più ...
    ... alto di me ed ovviamente dissi di si “ Ok ci vediamo da me alle quattro!” Mi diede l’indirizzo e mi salutò. Passai la mattinata a fantasticare non riuscendo a seguire le lezioni, mi vedevo bella ed elegante con una gonnellina pieghettata, una camicetta leggera che lasciasse intravvedere il reggiseno, le gambe coperte dai collant con hai piedi un paio di scarpe con il tacco e truccatissima. Lui che mi baciava e carezzava, insomma una serie di romanticherie stupide ed impossibili. Una volta tornata a casa attesi contando i minuti che mancavano al nostro incontro quando mi venne un’idea, se non potevo andare da lui come desideravo potevo però mettermi sotto gli abiti invernali l’intimo di mia sorella e sognare a sua insaputa. Senza che mia madre se ne accorgesse presi un paio di slip, un reggiseno e un collant nero e poco prima di uscire andai in bagno, infilai lo slip carezzando le natiche coperte dal naylon, infilai il collant con sopra un paio di calzini e un paio di jeans aderenti, almeno questo potevo farlo.
    
    Presi il reggiseno e lo allacciai, era senza imbottiture ma con il ferretto. Infilai una felpa larga presi il giubbotto e lo indossai, salutai mamma ed uscì. Mentre camminavo verso il mio sogno ero emozionata e felice, mi sembrava di essere una ragazza con quei jeans attillati, il collant che sentivo sulla pelle e il reggiseno che stringeva il mio torace, quando girai in una traversa meno trafficata mi misi persino ad ancheggiare ma smisi quando sentì una voce gridare ...
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