1. 1. Le misure non contano?


    Data: 29/03/2020, Categorie: Etero Autore: MrGeorge, Fonte: RaccontiMilu

    ‘Il cobra non &egrave un serpente
    
    ma un pensiero frequente
    
    che diventa indecente
    
    quando vedo te
    
    il cobra si snoda
    
    si gira mi inchioda
    
    mi chiude la bocca
    
    mi stringe mi tocca
    
    quando vedo te’
    
    Era il 1980. E avevo solo 14 anni.
    
    La canzone della Rettore era su tutte le radio ed era una specie di tormentone.
    
    Ero un ragazzino che conosceva il sesso solo dalle riviste porno rubate all’edicolante sotto casa o passate dagli amici più grandi.
    
    Tante chiacchere con gli amici e tante seghe e nulla più.
    
    In testa prima di tutto il calcio e proprio dal calcio nacque il soprannome che mi venne affidato.
    
    Le docce con i compagni di squadra nello spogliatoio dopo gli allenamenti o dopo le partite diventavano l’occasione per guardarsi e accorgersi delle differenze tra noi.
    
    Il mio cazzo non aveva confronti con quello degli altri e anche a riposo faceva la sua notevole impressione tanto che divenni per tutti ‘il cobra’.
    
    Il soprannome mi accompagnò per tutti gli anni successivi e durò più a lungo delle fortune della canzone della Rettore anche se rimase sempre e solo un gioco tra amici e compagni di calcio visto che in quegli anni il sesso era una cosa solo vista su giornali e film porno e non ancora praticato.
    
    Ma anche così era una cosa che ‘contava eccome’. Mi dava sicurezza, mi faceva sentire superiore ai miei amici, mi metteva in una situazione in cui ero oggetto di invidia da parte degli altri. Cose da ragazzini ma importanti.
    
    Le cose ...
    ... cambiarono nell’estate dei miei 17 anni.
    
    A quell’epoca stavo praticamente sempre con Andrea, compagno di liceo e di squadra e soprattutto inseparabile amico. Studiavamo e ci allenavamo insieme e io frequentavo assiduamente casa sua.
    
    La mamma di Andrea era molto giovanile e estremamente simpatica. Preparava merende super e si sedeva sul divano a chiaccherare con noi ridendo e scherzando quasi fosse un’amica più grande. Andrea la chiamava per nome e non mamma e io stesso comiciai a chiamarla Carla e a darle del tu.
    
    Era una bella donna poco sotto i 40 anni. Alta e magra e con i capelli neri corti. Oltre al suo sorriso solare mi affascinavano le sue gambe lunghe e il suo culo sempre esaltati da gonne corte o shirt.
    
    Ad Andrea non ho mai confessato le seghe che mi tiravo guardando una rivista porno e immaginando di scoparmi sua madre. Ma capitava spesso.
    
    Così come capitava spesso che i discorsi su questa o quella che ci facevano tra noi mi provocavano potenti erezioni che rendevano il mio pacco particolarmente visibile sotto i pantaloni.
    
    Per me le cose cominciarono a cambiare quando mi accorsi che lo sguardo della mamma di Andrea si posava proprio li. Le seghe aumentavano di intensità e di desiderio.
    
    I genitori di Andrea avevano affittato una casa al mare in Liguria e Andrea ci sarebbe andato con sua mamma poco dopo la fine delle scuole mentre il padre rimaneva a Milano raggiungendoli solo per il weekend. Ovviamente Andrea mi invitò a raggiungerli e passare almeno un ...
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