1. Ogni maledetto weekend (parte settima)


    Data: 15/03/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Stalio, Fonte: Annunci69

    Vidi il telo sollevarsi sotto i miei occhi ed in un attimo crollò per terra, mentre l'uccello si induriva, ergendosi e puntandomi. Arturo non disse niente, mi fece solo un segno con la testa, ed io mi ritrovai in ginocchio, con il cazzo ficcato in gola. Come aveva fatto con Rita, mi teneva la testa tra le sue manone e mi chiavava in bocca, e quando arrivava in fondo si fermava per qualche attimo, impedendomi anche di respirare. Ha un cazzo talmente grosso e lungo che in bocca non riuscivo ad accoglierne neanche la metà. Continuò con quel ritmo per due-tre minuti, poi mi sollevò da terra, mi distese sul letto e, spostando di lato il lembo delle mutande, senza neanche toglierle, mi penetrò di botto. Lanciai un urlo, che era un misto tra sorpresa, dolore e piacere. Lo sentivo fino in gola, era qualcosa di incredibile. E quando cominciò a pomparmi gli orgasmi arrivarono a raffica, non so proprio dire quante volte, forse cinque-sei volte. Scopammo per una decina di minuti, poi mi esplose dentro con un fiume di sperma, e passato l'orgasmo pretese che glielo ripulissi per bene con la lingua, e che gli risucchiassi quello che era rimasto dentro."
    
    Io: "Ce l'ha più grosso di quello di Mario?"
    
    "Più grosso forse no...siamo lì, ma è notevolmente più lungo. Una volta l'ho misurato con un righello che aveva in ufficio: 29 cm di cazzo, una bestia. D'altronde tutto in lui è esagerato."
    
    "Questo è vero. Dopo ci fu un altro round?"
    
    "Quel pomeriggio no, era tardi e doveva finire di ...
    ... prepararsi per il discorso che vi fa sempre prima di cena.
    
    Mi diede appuntamento per il lunedì mattina, nel suo ufficio."
    
    "Non mi volevi sputtanare, però non ti sei fatta scrupoli a venire in azienda."
    
    "Non ti ho sputtanato. Perché in questi mesi hai sentito qualche voce su di me e Arturo?"
    
    "No, effettivamente no."
    
    "Vedi? In quel palazzone siete in sette aziende, ed è facile passare inosservati. Poi Arturo si è inventato qualcosa che solo lui poteva pensare: attiguo al suo ufficio si è fatto fare una specie di camera da letto, da dove si può accedere dall'esterno. C'è una porta che da' nel parcheggio laterale, quello che nessuno usa, è da lì che mi fa passare tutte le volte."
    
    Mentre Elena parlava mi venne in mente una cosa che non mi spiegavo, ma che poteva ricondursi alla loro relazione.
    
    "Elena, negli ultimi mesi Arturo mi ha fatto chiamare spesso nel suo ufficio, chiedendomi banalità o per dirmi di fare qualcosa che di solito è di competenza del caposquadra. Tu ne sai qualcosa?"
    
    "Si, scusami, è una mia richiesta. Ho bisogno di vederti, sentirti, prima. Arturo è a conoscenza di questa mia specie di fobia, e mi asseconda."
    
    "Vi vedete spesso?"
    
    "Abbiamo cominciato vedendoci due volte alla settimana, adesso una, ma qualche volta capita due. Dipende."
    
    "Dipende da cosa? Dai suoi impegni con le altre?"
    
    "No, no. Su quello non ho problemi, sono la sua preferita e lui mi vorrebbe tutti i giorni. Sono io che non voglio correre rischi eccessivi, sempre ...
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