1. Emigranti - trent'anni dopo 4


    Data: 16/12/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Emigranti - Trent'anni dopo 4
    
    Come è mia antica abitudine, la mattina appena sveglia, comodamente seduta nel mio personale “pensatoio”, mentre scarico dal corpo tutte le scorie, cerco anche di porre in ordine i pensieri e di preparare la scaletta degli impegni per il giorno. Se si eccettua l’appuntamento pomeridiano con l’avvocato, non ho incombenze da assolvere; ma proprio l’idea di incontrare l’avvocato mi porta inevitabilmente a riflettere sul senso di questo viaggio, nato come obbligo burocratico e risoltosi in una serie di sensazioni (dovrei dire “emozioni” ma la parola mi spaventa, in qualche modo) che interessano tutta la fase della mia vita fino alla “fuga” a Brescia: le case dove ho vissuto la fanciullezza (quella dei miei genitori) e la mia giovinezza (quella del matrimonio); Donatella che mi ha “svezzato” (con la complicità del fratello Genny) al sesso libero da impegni matrimoniali o derivati; la casa degli spiriti con il ricordo di Nicola e il “transfert” sul figlio Sebastiano; l’incontro straordinario con Peppino un tempo antagonista ed ora amico: insomma, mi sembra di aver attraversato tutta la mia esperienza e di potere essere contenta di essermi riappacificata con me stessa o, almeno, con la parte di me che era rimasta a san Rocco.
    
    Un dato però mi sembra mancare al quadro d’insieme: in realtà, a parte la “lezione di sesso” di Genny (e, quindi, Donatella), la mia prima vera esperienza in totale autonomia era stata nel bosco con il forestale ...
    ... sconosciuto, prima prova di “un colpo e via” che nel tempo avrei praticato con grande gusto. Mi pare allora che il mio “pellegrinaggio” non sia completo se non torno nel bosco a verificare le “sensazioni” che posso ricevere da quel posto che, a prima vista, mi è sembrato il più stravolto dal nuovo, anche se mantiene caratteristiche di zona verde assai interessante. Decido allora di andare a vedere sul posto: faccio rapidamente colazione e avverto che sarò di ritorno per il pranzo; prendo la macchina dal garage e mi avvio al bosco. Quando arrivo alla curva da dove partiva il sentiero, scopro che ora c’è una strada asfaltata che si inoltra nel fitto verso la cresta dei monti e che una serie di cartelli turistici indicano il lago (che trent’anni prima nessuno aveva mai visto e di cui si aveva notizia come di una favola) il “belvedere” con la caserma della forestale ed altre specificità per specialisti (sentieri particolari, percorsi di salute ecc.)
    
    Seguo la direzione della forestale, che per il mio “pellegrinaggio” era una sorta di meta, e dopo poche centinaia di metri incontro una piccola deviazione asfaltata, anch’essa opportunamente segnalata, che conduce ad una spianata su cui domina una costruzione alpina, di pietra e legno, che intuisco essere la caserma. In realtà, arrivata al parcheggio, scopro che si tratta piuttosto di un punto di ristoro (incluso un bazar per souvenirs e piccolo supermercato) con tavoli e sedie ricavati da tronchi direttamente in loco. Il posto è piacevole e ...
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