1. Libero amore?


    Data: 14/03/2020, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Lassù, al paesello, la mia passione per Stefania, la figlia del farmacista, non aveva avuto vita facile.
    
    L’idea stessa che un giovane artigiano, volenteroso finché si vuole ma culturalmente così inferiore, volesse mettersi con una ragazza che già si avviava a diventare maestra elementare, era di quelle che facevano ribaltare i morti nelle tombe.
    
    Eppure io, tenace e impunito, ci insistevo e la tampinavo perché, anche se bruttina, per la verità, e non molto ricercata da altri maschietti, personalmente mi attizzava e mi induceva a fare chilometri e chilometri per esserle vicino, per seguirla e amarla anche da lontano.
    
    Poi lei mi concesse di avvicinarla, di parlarle, di rivelarle il mio amore e non ci furono santi; in breve ci trovammo innamorati ed anche fidanzati, senza il consenso dei genitori che arrivò solo quando, avendo lei avuto una cattedra quasi fissa ed essendomi io trasferito nella stessa cittadina col laboratorio che aveva ingranato e garantiva reddito adeguato, potevamo avere una prospettiva di famiglia.
    
    Insomma, ci sposammo alla fine e molti storsero il naso perché un operaio sposava una maestra ed altri, al contrario, lo storsero perché un così bel ragazzo andava a sposarsi con una ‘cessa’ che non avrebbe mai trovato uno straccio di spasimante.
    
    Ma Stefania di spasimanti ne aveva; e addirittura avevano fondato una sorta di ‘scuola’, quella del libero amore.
    
    Per la verità non capivo quasi niente di quel che lei mi diceva a spiegare o a ...
    ... giustificare certe assidue frequentazioni con altri due ‘intellettuali’ della stessa razza che mi sembravano assai più interessati al suo sedere o alle sue tette che non ai concetti espressi.
    
    Sin da subito dopo il matrimonio, notai con disagio che me li trovavo per casa ad ogni ora del giorno e della notte.
    
    Si era intestata tutte le forniture, perché, grazie allo stipendio fisso, era lei garante delle spese, anche se il contributo più sostanzioso al bilancio familiare veniva dal mio lavoro; e per lo stesso motivo aveva preso in affitto un appartamentino assai elegante, su due piani, con giardino.
    
    E proprio il giardino, dalla primavera ad autunno, diventava il luogo preferito di ritrovo dei ‘filosofi del’amore libero’, vale a dire Stefania e i suoi due amici che, davanti a me si sperticavano in paroloni che alludevano a concetti per me inarrivabili e, appena mi allontanavo - ma controllavo a loro insaputa - si lasciavano andare ad affettuosità assai lontane dai discorsi paludati ed assai più vicini al limonare, al pomiciare o al fare petting spinto.
    
    Ogni volta che protestavo con Stefania, era l’occasione per beccarmi una scarica di bigotto retrivo, conservatore ignorante ecc.
    
    Finché si rimaneva nel limite del petting, potevo solo ammettere che la mia cultura era forse inadeguata al libero amore; quando il solito amico impiccione mi mostrò qualche foto più ‘osè’ dei tre in atteggiamenti, diciamo, ‘lascivi’, fui costretto a trattenermi per evitare di passare per ...
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