1. Un particolare pranzo di lavoro…


    Data: 26/09/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: femmerouge, Fonte: RaccontiMilu

    In quell’ufficio le ore non passavano mai. L’entusiamo per quel lavoro mi aveva abbandonata ormai da tempo e avrei avuto bisogno di una svolta. Purtroppo, l’unica “svolta” che mi aspettava era un noiosissimo pranzo con il capo dell’azienda che avrebbe dovuto spiegarmi delle nuove pratiche. Era carino, quella era la mia unica, magrissima, consolazione.
    
    Così poco prima delle 13 passai in bagno a ritoccare il trucco e i capelli, e mi avviai verso il ristorante che mi aveva andicato. Era piccolo e pieno di gente: era uno dei ristoranti più conosciuti e dove, fortunatamente, si mangiava bene: altra piccola consolazione.
    
    Entrai e trovai il capo già seduto al tavolo che mi stava aspettando. Quando mi vide, mi sorrise e si alzò per salutarmi. Rimasi un attimo senza parole: era sempre stato carino, questo si, ma non lo ricordavo così attraente. L’estate appena passata gli aveva lasciato un’abbronzatura perfetta, messa in risalto dalla camicia bianca che indossava. Era più alto di me, nonostante i miei tacchi 12 cm, con i capelli neri e un paio di occhi scuri, intensi.
    
    Mi strinse la mano guardandomi negli occhi, e la sua stretta mi fece arrossire. Forse, dopotutto, quel pranzo non sarebbe stato tanto male.
    
    Ci sedemmo al tavolo, ordinammo e poi iniziammo a parlare di lavoro. Ogni tanto, però, sentivo il suo piede contro la mia gamba: non avevo ancora capito se fosse una cosa volontaria o se le sue gambe erano troppo lunghe per quel piccolo tavolo. Fatto sta che la cosa ...
    ... mi eccitava e non riuscivo a concentrarmi del tutto sulle sue parole.
    
    Ad un certo punto, mentre mi guardava fissa negli occhi, sentii il suo piede che percorreva tutta la mia gamba: un brivido mi percorse e mi sentii eccitata. Mi piaceva, lo desideravo. Mi tolsi una scarpa e iniziai anche io a giocare con lui: era tutto un gioco di sguardi e sfioramenti che non facevano altro che aumentare il nostro piacere. Col piede arrivai fin in mezzo alle sue gambe e sentii il suo pene duro: mi strinse la mano, come per chiedermi di non fermarmi: così continuai a stuzzicarlo in quella maniera.
    
    Sembrava che non ci fosse nessuno intorno a noi, esustevamo solo noi e la nostra eccitazione sempre maggiore.
    
    “Julie, vieni per favore con la sedia accanto a me? Devo spiegarti una cosa un po’ più complicata.”
    
    Era una scusa per stare più vicini, lo sapevo e la cosa non mi dispiaceva.
    
    Tutti e due facevamo finta gi guardare quei fogli, mentre in realtà le sue mani erano già su di me. Dal ginocchio era salito sempre più su, fino ad arrivare in mezzo alle mie gambe. Ero bagnata, bagnata come non mai. Lui se ne accorse: mi accarezzava da sopra le mutandine che ormai erano umide. “Mi piaci…” mi sussurrò nell’orecchio. Il mio respiro era affannoso e sentivo la testa in fiamme. E non solo quella…
    
    La tovaglia copriva le mie gambe, così lui mi convinse ad allargarle: un secondo dopo le sue dita erano già dentro di me. Un po’ mi accarezzava il clitoride gonfio, un po’ mi penetrava. La mia ...
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